(Aggiornamento 25 maggio 2018)

Oggi alle 13 Harvey Weinstein si è consegnato alla polizia e poi si è presentato in tribunale per ascoltare i capi d’accusa. Il giudice aveva fissato la cauzione a dieci milioni di dollari, di cui uno da pagare in contanti, e Weinstein, a cui chiaramente i soldi non mancano, l’ha pagata ed è tornato a casa sua. Il giudice gli ha fatto consegnare il passaporto e lo ha obbligato a indossare il braccialetto elettronico. L’ex magnate di Hollywood non potrà lasciare lo stato di New York e quello del Connecticut. Il caso è aggiornato al 30 luglio quando, presumibilmente, inizierà il processo.

Sono state ufficializzate le accuse più gravi che sono due: un’aggressione sessuale nel 2004 e uno stupro nel 2013. L’avvocato di Harvey Weinstein, Benjamin Braffman, fuori dal tribunale ha dichiarato che il suo cliente si dichiarerà non colpevole.

Il procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, ha ringraziato le “coraggiose sopravvissute” che hanno denunciato il produttore e ha aggiunto: [quote layout=”big” cite=”Cyrus Vance]“Le accuse di oggi riflettono i progressi significativi in questa indagine ancora in corso”. [/quote]

Il legale di Harvey Weinstein ha invece dichiarato: [quote layout=”big” cite=”Benjamin Braffman]“Riteniamo che alla fine del processo il signor Weinstein verrà scagionato. Il signor Weinstein ha sempre sostenuto che ogni attività sessuale sia stata consensuale e nega in maniera veemente ogni accusa. Prevedo che dopo il controinterrogatorio, le accuse non verranno ritenute credibili da 12 persone (della giuria ndr) a patto che otteniamo 12 persone corrette e non condizionate da pregiudizi. Weinstein non ha inventato il casting sul divano a Hollywood. In questo caso, non è sotto processo un comportamento negativo, è esclusivamente legato al fatto se sia stato commesso un atto criminale e Weinstein lo nega con fermezza”.[/quote]

Saranno mesi pesanti in cui i colpi mancini non mancheranno ma speriamo che la verità venga fuori in modo inequivocabile e che il movimento #MeToo si confermi forte, solido e senza paura.

Harvey Weinstein si è consegnato alla polizia

Harvey Weinstein

(Aggiornamento 25 maggio 2018)

Harvey Weinstein si è consegnato alla polizia. Il produttore americano si è presentato sorridente al dipartimento di polizia di Manhattan, non si tratta ovviamente di un rimorso di coscienza tardivo, ma semplicemente l’unico modo per evitare l’arresto. Harvey Weinstein dovrà rispondere di accuse pesantissime ai danni di più di 80 donne che lo hanno accusato di molestie sessuali.

A farlo finire in prigione però sono stati due casi particolarmente gravi per i quali è stato incriminato: due stupri di primo e terzo grado. Lo stupro di terzo grado è avvenuto nel 2004 ai danni dell’attrice Lucia Evans, per quello di primo grado invece la vittima ha preferito restare anonima e l’accusa è di averla obbligata ad avere un rapporto orale.

Weinstein comparità oggi stesso in tribunale dove gli verranno elencati ufficialmente i capi d’accusa. L’ex produttore però non ha accuse solo a New York, ma si prospettano battaglie legali anche a Los Angeles e Londra. La prima donna ad accusare Harvey Weinstein di molestie è stata la coraggiosissima Rose McGowan, seguita da Ashley Judd, Asia Argento e tante altre attrici di Hollywood, anche molto famose. L’unione fa la forza e tutte queste donne hanno dato vita al movimento #MeToo, per rompere il silenzio sugli abusi e rivendicare il diritto di lavorare senza dover schivare le molestie.

L’onda rivoluzionaria di #MeToo si è estesa in tutto il mondo e in tanti settori, è arrivata da noi in Italia e ha dato il coraggio a tante donne di denunciare e di farsi valere, al contempo la giustizia si è trovata con le spalle al muro e non ha più potuto insabbiare niente.

Tra i primi a pagare per le loro malefatte c’è Bill Cosby, il primo condannato dell’era #MeToo. Proprio in questi giorni sono arrivate accuse pesantissime anche per Morgan Freeman che è stato accusato di molestie da 8 donne che hanno lavorato con lui sui set di “Insospettabili sospetti” (2017) e “Now You See Me” (2013).

Nessuno potrà salvare Harvey Weinstein dall’inferno in cui è finito, come nessuno ha potuto salvato le donne che ha molestato.

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ultimo aggiornamento: 25-05-2018