A Pompei si respira la Storia, con la S maiuscola, si può passeggiare indietro nel tempo godendo dell’afflato rigoglioso di una terra antica e di un decoro unico, eppure, per fare tutto ciò bisogna pur sempre varcare i cancelli del sito archeologico, cosa non sempre evidente, soprattutto negli ultimi tempi. Un cartello in italiano e inglese, affisso all’alba di ieri, venerdì 28 giugno 2013, dai lavoratori del luogo per avvertire dello sciopero e della conseguente apertura posticipata, ha dato un seccato benvenuto ai tanti visitatori accorsi dai quattro angoli del globo. Ore ed ore di attesa per circa seicento persone intenzionate, nonostante tutto, a non perdersi l’occasione per visitare delle vestigia tanto suggestive, e un velato malcontento che si somma ai tanti disservizi dando un’immagine sicuramente non lusinghiera dell’offerta turistica di un territorio dalla bellezza unica, al quale fa appello Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, che a proposito dell’assemblea sindacale svoltasi a Pompei ieri, ha invocato l’intervento delle più alte cariche dello stato, dichiarando:

Abbiamo messo Pompei tra i patrimoni dell’Umanità e l’umanità ne deve poter fruire. Mi rivolgo in primis al ministro dell’Economia e subito dopo al presidente del consiglio che ha detto che si sarebbe dimesso se ci fossero stati dei tagli alla cultura. Beh, qui di fatto qualche taglio alla cultura c’è, seppur camuffato. In terzo luogo mi rivolgo ai sindacati: piuttosto che penalizzare i turisti dovrebbero forse trovare forme diverse di protesta e di collaborazione perché i sindacati, oltre a essere i garanti dei lavoratori, credo che siano una ‘parte sociale’, aspetto di cui si vantano molto” (…) che si prende carico dei problemi del paese e contribuisce a risolverli. Il problema della fruizione dei beni culturali da parte dei turisti è un problema del Paese. Se tutti decidessimo di collaborare saremmo meno complici della destabilizzazione dell’immagine dell’Italia.

Sia chiaro – conclude Puglisi – che la mia e’ una provocazione intellettuale, non invoco le dimissioni di Letta, dico solo che ha affermato che si sarebbe dimesso se ci fossero stati dei tagli. Invoco, quindi, che Letta si accorga di questo problema e intervenga quanto prima personalmente”.
E se cinquanta delle settantatré domus principali non sono accessibili, il patrimonio dell’Unesco è al centro di una fascinazione costante, rinvigorita dal grande successo di una serie di mostre ospitate recentemente in note capitali europee come Parigi e Londra, ma che non sa giocare in casa.

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ultimo aggiornamento: 29-06-2013