“E il naufragar non m’è dolce in questo mare”. Così recita l’epitaffio stampato sui manifesti che annunciano l’evento artistico di questo sabato napoletano.

Napoli si è svegliata sotto un tiepido sole e una temperatura di 22° probabilmente destinata a salire. Condizioni meteorologiche favorevoli alla messa in atto de #labarabarca performance di Isotta Bellomunno prevista proprio per oggi, sabato 21 settembre 2013, nel golfo della città partenopea. Un’iniziativa inevitabilmente sottoposta alle tirannie degli elementi naturali (a dire il vero piuttosto clementi all’ombra del Vesuvio) che si presenta come un viaggio, metaforico, ma non solo, nelle acque che circondano il Castel dell’Ovo, mitico luogo nel quale risiede la memoria della leggenda dell’uovo nascosto da Virgilio e avamposto che caratterizza il paesaggio sia dal mare che da terra. Una traversata propiziatoria da affrontare a forza di braccia in una barca a remi, esemplificazione dell’accidentato percorso dell’esistenza che assume contorni ancora più estremi in una città che non conosce mezze misure, ma anche dello stesso transito verso il regno dei morti.

#labarabarca | performance di Isotta Bellomunno | nel golfo di Napoli, visual


Organizzato oggi, con partenza alle 12.45 presso la Rotonda Diaz e arrivo previsto per le 13.00 al Lungomare via Caracciolo, da Sarajevo Supermarket, Soffio, Bellomunno (S.p.a.), Graficahaste, con il patrocinio morale dell’Assessorato ai Giovani, Creatività, Innovazione del Comune di Napoli, l’evento è la terza “presentificazione artistica” di questo tipo ideata dalla giovane artista (classe 1987) approdata alle arti plastiche nel già nel 2003 con una collettiva nel complesso archeologico del Rione Terra a Pozzuoli e diplomata nel 2011 all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Al mare, via d’accesso alla città e alla vita e canale di dipartita, si ricollegano anche le riflessioni contenute nel testo critico di Anna Lucia Cagnazzi, del quale riportiamo un significativo estratto:

Quello di Isotta è un viaggio che prosegue con fatica, con la forza e la resistenza di due remi che affondano, spingono con impegno la massa per poi risalire e poi calarsi ancora, affondare, resistere, sopravvivere a una nuova emersione dalle acque che sono lotta e sostegno allo stesso tempo. I remi della fatica, dunque, ma anche della scelta. La cultura mediterranea si distingue per la volontà innata di stare nelle proprie origini, nel proprio humus, nella propria letteratura. Così questo viaggio è l’ennesima trasgressione di un tabù (la designificazione della morte o, meglio, dell’icona della morte) ed è una prova tanto individuale, intima, quanto tesa alla collettività di una terra in cui i morti non muoiono mai e la vita si svolge per strada, tra le pubbliche vie e non è mai del tutto privata”.

#labarabarca | performance di Isotta Bellomunno | nel golfo di Napoli, foto manifesto

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ultimo aggiornamento: 21-09-2013