Di questo artista mai riscoperto veramente e un po’ bistrattato in passato, ne riusciremo ad apprezzare non solo la bellezza formale, ma soprattutto l’amore di ogni suo sguardo verso la realtà. Elaborata la lezione caravaggesca questo pittore del nord, lontano dalla drammaticità teatrale italiana, ci fotografa con la pittura scene di vita quotidiana, mai così tranquilla come nella sua capacità d’osservazione. La pittura di Vermeer, non parla di santi, di re o di principesse ed eroi, ma di gente comune, dedita alle attività più disparate, casalinghe ed intellettuali, di donne alla spinetta, o davanti al telaio. La musica al di là del suono di ogni strumento rappresentato con particolari minuziosi, è un’ armonia che si ascolta solo guardando le tele. Vermeer non prediligeva scene affollate, ma selezionava, uno, due massimo tre protagonisti. Eliminando ogni eccesso, concentra l’attenzione su pochi soggetti il più delle volte sfuggenti, assorti nelle azioni. E’ raro che uno dei suoi soggetti ti guardi fisso negli occhi; risaltano invece i loro profili che sembrano ripresi dallo stesso modello. Il profilo che guarda oltre: oltre la finestra, oltre la siepe, oltre le case del paese di Deft “la più bella veduta del mondo” (Proust) è l’attenzione di un artista che ha anticipato il sentimento romantico dell’800, volendone catturare l’essenza. Il modo di guardare di Vermeer è “alle spalle” dimesso, non oltrepassa, non invade lo spazio scenico dei protagonisti e lascia che ogni cosa faccia il suo corso.

Possiamo immaginarci un giovane uomo (morto a 43 anni) messo alla prova dalla vita, spesso in difficoltà economica aggravata dalla crisi finanziaria a chiedere prestiti e capiremo come mai sembra che i suoi sogni non siano stati abituati ad osare; non andavano, cioè, oltre la pretesa che di colori costosi. Quello che si apprezza ancora oggi di Vermeer non è il mistero alla maniera del Concerto di Giorgione, ma è il mistero della quotidianità, che si rivela a pochi attraverso un fascio di luce tenue e dolce e che impreziosisce ogni cosa.

Tra i dipinti che più mi affascinano c’è la Lattaia del 1659, conservato al Rijksmuseum di Amsterdam: non per i colori, per la luce o per il concetto che esprime, ma per tutte queste cose insieme che formano l’atmosfera: una donna che ha il volto simile a quello della Madonna, roseo e pacato, in attesa del silenzio che dia ordine al caos. Per la programmazione vedete su Nexo Digital e saprete i cinema di tutta Italia che lo trasmettono.

Foto|National Gallery, London

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ultimo aggiornamento: 29-09-2013