La notizia scuote decisamente gli animi di noi donne occidentali, tanto abituate ad una certa libertà di azione nella vita quotidiana. Ebbene, in Arabia Saudita, per tutelare dagli sguardi maschili commesse e clienti degli shop, si praticherà una separazione donne/uomini attraverso l’innalzamento di muri all’interno dei negozi. In questo modo, laddove poteva esserci una certa “promisquitá” di genere, dovuta ad un contatto verbale o visivo, si è pensato bene di risolvere il problema in modo ferreo, anzi, roccioso!

Ovviamente la misura restrittiva non porta solo il nome del Ministro del Lavoro, Adel Faqih, ma anche di Abdullatif al-Sheikh, capo di “Mutawa”, la commissione per la promozione della virtù e della prevenzione del vizio. Oltre che della polizia religiosa, che raramente dimostra morbidezza di azione in queste questioni. Dunque, i negozianti sauditi, che stipendiano uno staff di genere eterogeneo, avranno un mese scarso di tempo per provvedere a murare i locali.

E attenzione, perché saranno considerati a norma solo i muri di altezza non inferiore al metro e sessanta, pena il pagamento di salate sanzioni. In verità, quella che a noi sembra una forma eclatante di penalizzazione dell’indipendenza e della socialità della donna, è solo una risposta ad un moto di parificazione lavorativa di recente acquisizione. In Arabia, infatti, solo da poco è concesso alle donne di lavorare nei negozi al dettaglio, e sempre a patto che si tratti di vendita di articoli di biancheria intima e cosmetici.

Questa larghezza di manica che ha permesso alle donne di poter acquistare beni tipicamente femminili da commesse e non da commessi, adesso si paga con la segregazione. In verità, la ragione ufficiale, deriverebbe da presunte molestie sessuali denunciate dalle lavoratrici. Almeno da quanto scrive il Digital Journal del 29 gennaio scorso. Si tratta dunque di un’effettiva strada percorsa per tutelare la virtù delle donne o è l’ennesimo modo tipicamente arabo per sottolineare la patriarcalità della sua società?

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ultimo aggiornamento: 30-01-2013