Mai febbraio fu più pieno di questo. Fra Festival di Sanremo imminente, Corona in gattabuia e le Elezioni Politiche 2013 alle porte, agli italiani viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di allungare il mese più corto dell’anno facendolo diventare più longevo: per dilazionare eventi, impegni e notizie. E questo desiderio coglie anche e soprattutto le italiane, chiamate a esprimere la propria preferenza partitica a chi avrà, fra gli sfidanti, più attenzione per le politiche per le donne.

Si discute da tempo, a tal proposito, di quanto il Movimento 5 Stelle, facente capo a Beppe Grillo, sia effettivamente vicino ai desiderata femminili, esigenze di donne, mamme, mogli e lavoratrici che mai come adesso, in tempo di crisi, necessitano che la politica venga loro incontro. Ma non la politica di ieri, che toglie e non dà tutele, bensì quella del futuro, più accorta ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione.

Analizzando il programma del Movimento, preciso, conciso e schematico come mai un programma elettorale è stato (forse qualcuno ricorda le 281 pagine di quello firmato Prodi nel 2006), si nota come i punti cardine dei grillini ruotino attorno al rapporto fra Stato e cittadini, lavoro ed economia, sanità pubblica, ambiente ed energia, istruzione e informazione. Quindi nulla di specificatamente e direttamente dedicato all’universo femminile. Sebbene il programma non sia ferreo, ma modificabile e completabile, grazie alla possibilità per gli iscritti di proporre nuove idee, priorità, urgenze.

E viene infatti spontaneo notare come il sito dell’organizzazione governativa (come da definizione “facebookiana”) sia letteralmente una fucina di proposte, oltre che una vera e propria agorà pubblica, divulgativa e partecipativa che consente interazione e confronto fra la base e i vertici. Stessa cosa vale per le pagine web locali, su cui campeggiano articoli che ci riguardano molto da vicino.

Ad esempio, sulla pagina siciliana, c’è un bellissimo post intitolato “No alla Violenza sulle Donne: partiamo dalla Prevenzione”, in cui si mettono in tavola dati istat e legislatura vigente in materia di violenza di genere. Con l’impegno di far si che le leggi siano scrupolosamente rispettate e non aggirate.

Fa eco un articolo del blog di Beppe Grillo, in cui si scrive “Tolleranza zero per la violenza contro le donne”. Autrice è la psicologa e membro dell’associazione Differenza Donna, Anna Costanza Baldry, che in modo preciso e professionale fa luce sul problema dello stalking, invitando tutti a un passaparola che metta fine al cosiddetto “sommerso”, ossia i casi in cui le vittime hanno vergogna o paura di denunciare i propri persecutori.

In giro per la rete si parla anche di quote rosa nelle liste stellate e si legge come le donne che vi aderiscono non ne abbiano, di fatto, bisogno. Da quanto sostenuto dalle aderenti al Movimento, le differenze di genere all’interno del gruppo non esistono, in quanto non sussiste discriminazione sessuale, neppure di tipo partecipativo. Le donne, si sa, hanno una vita piena, divisa fra famiglia, figli e professione e l’apertura dei canali online del M5S, permette anche alle più impegnate di poter avere voce in capitolo, pur non essendo fisicamente presenti alle riunioni.

Non solo. Le donne (a detta delle stesse), hanno più libertà di azione di quanto non avvenga nei partiti attuali. Il che suona persino strano, ricordando il caso Salsi, a seguito di cui il Movimento 5 Stelle veniva definito pari ad una setta, tipo Scientology. Barbara Lezzi, coordinatrice di M5S a Lecce, in un articolo di Repubblica, spiega come Grillo non sia il Movimento, ma solo il suo “detonatore”. Sarebbe il lavoro della rete sul territorio, al contrario, il vero fulcro di tutto. E Lecce lo sa bene, visto che la lista civica delle ultime amministrative è stata fatta senza consultare “il capo”.

E se si volessero proprio mettere i puntini sulle i, anche se di quote rosa le grilline non hanno bisogno, di certo risultano loro le più gettonate nelle liste elettorali. Donne e giovani sono i capilista nella maggior parte delle regioni e precisamente il gentil sesso ha una percentuale di “primi posti” del 55% per Camera e Senato. Il tutto deciso per mezzo delle cosiddette Parlamentarie, una sorte di “primarie alla Grillo” che hanno designato i nomi in lista sulla base dei voti online degli aderenti al Movimento. E non come accade nei partiti, dove solo i vertici (e non sempre) vengono scelti attraverso il voto delle primarie classiche.

Il comico genovese, dalla sua, ironizzando sulla famosa Lettera agli Italiani, redatta e firmata da Silvio Berlusconi nel 2010, si è cimentato nella stesura di una sua personale epistola di tutt’altro stampo. Al suo interno si legge:

L’Italia deve diventare una comunità, nessuno deve essere lasciato indietro.

Nessuno. Non le donne, non i disoccupati, gli esodati, le famiglie che non arrivano a fine mese, i pensionati, i malati e le categorie più deboli. Si parla di Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola, tagli che hanno mandato a casa ricercatrici e insegnanti e che hanno allungato le liste di attesa di donne che aspettano da mesi una mammografia o un pap test, aumentandone anche i costi. A tal proposito il programma è chiaro: “gratuità delle cure ed equità di accesso”, si legge.

Ultimo ma non ultimo punto. Il meraviglioso mondo delle mamme, prese a pesci in faccia dalle dichiarazioni dell’ex Ministro Gelmini, che trattava con leggerezza e superficialità il tema dell’astensione dal lavoro dopo il parto. Ecco, sulla legge che porta il nome di quello sfortunato dicastero di Istruzione Pubblica, Università e Ricerca, si concentra uno dei punti del programma grillino: abolizione della legge Gelmini. Grillo non potrà abolire le uscite poco edificanti dell’originale, ma magari può usare più sensibilità e concretezza per riparare gli strappi fatti. Che sia la volta buona che “alfin giungemmo a riveder le stelle”, come diceva Dante?

Foto | Facebook – Movimento 5 Stelle

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ultimo aggiornamento: 07-02-2013