Le maschere del Carnevale di Venezia hanno origini antichissime e venivano utilizzate non solo in occasione del carnevale, ma anche a teatro, durante incontri galanti e alle feste. Le maschere e i costumi avevano – e hanno ancora oggi – la caratteristica di garantire l’anonimato: con esse era possibile celare totalmente la propria identità e si annullava ogni forma di appartenenza personale a classi sociali, sesso, religione. Ognuno poteva stabilire atteggiamenti e comportamenti in base al costume indossato. Per questo motivo, il saluto che si rivolgeva a qualsiasi persona mascherata era “Buongiorno signora maschera”.

Tra le maschere tipiche c’è la Bauta, una figura tipicamente veneziana e indossata sia dagli uomini che dalle donne: è costituita da una particolare maschera bianca denominata larva sotto un tricorno nero e completata da un mantello scuro chiamato tabarro. Un altro costume tipico era la Gnaga, che era costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino. La donna vestiva abiti comuni, solitamente da bali o da donna del popolo, ed era accompagnata da uomini vestiti da bambini.

Molte donne, invece, indossavano un travestimento chiamato Moretta, costituito da una piccola maschera di velluto scuro, indossata con un delicato cappellino e con degli indumenti e delle velature raffinate. La Moretta era un travestimento muto, poiché la donna doveva tenere sul volto la maschera tenendo in bocca un bottone interno (e per questo motivo chiamata anche servetta muta). Il Bernardone era un costume indossato prevalentemente dal popolo e consisteva in un malato con le stampelle, il Mattaccino era invece il pagliaccio del carnevale, che lanciava uova ripiene di profumo alle persone affacciate alle finestre. Quella più inquietante è il Medico della Peste, che si presenta con un becco bianco da cicogna e un lungo mantello nero: in origine non era una maschera ma aveva la funzione di proteggere i medici dalla peste.

Ma è con la Commedia dell’Arte che le maschere più amate e attuali sono arrivate fino a noi. Arlecchino, che in realtà è una maschera bergamasca, è diventato celebre con la commedia del veneziano Carlo Goldoni “Arlecchino Servitore di Due Padroni”; Pantalone, altra famosissima maschera, è un personaggio anziano, avaro e astuto. Rappresenta il mercante di Venezia, che contribuisce alla ricchezza della città con il commercio, facendola prosperare. Colombina e Franceschina sono le due maschere femminili per eccellenza, al cui fascino Pantalone non riesce a resistere.

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ultimo aggiornamento: 08-02-2013