Il 12, 13 e 14 Settembre il suggestivo paesino di Camogli (Ge) si trasforma in location per il Festival della Comunicazione 2014. Incontri, workshop, mostre, convegni, gite, escursioni nel territorio aiutati da volontari e personaggi d’eccezione, ci avvicineranno alla comunicazione in tutti i suoi aspetti: antichi e contemporanei, ma proponendo sguardi sul futuro. L’appuntamento mattutino della seconda giornata di sabato 13 settembre nella Terrazza delle idee, protagonista è stata l’arte classica declinata nelle sue strategie di comunicazione, a partire dalle concezioni dell’archeologo Winckelmann. Il professor Salvatore Settis, ex direttore della Università Normale di Pisa,
membro del Deutsches Archäologisches Institut, dell’Accademia Nazionale dei Lincei e del Comitato scientifico dell’European Research Council, ha incentrato il suo racconto per immagini, sul cambiamento dell’arte classica in un secolo e di come la nostra concezione sia stata determinata dal substrato ideologico di chi la comunicava.

In un’ora, Salvatore Settis, attraverso una comunicazione divulgativa e ironica, è partito dagli esempi più famosi della statuaria antica conservata nei musei italiani e stranieri, per dimostrarci come la lettura di un’opera nei secoli sia dipesa dalla “naturale” tendenza degli storici e dei critici di adattarla alle necessità dei tempi, per renderla contemporanea e quindi più interessante. Attenziona ai rischi: allontanarsi dalla veridicità storica è stato facile; persino Winkelmann, lo storico dell’arte settecentesco, alla ricerca di nuovi ideali sociali, convinto della “nobile semplicità e quieta grandezza” delle opere d’arte antiche, venne contestato. Il contestatore non fu certo un pensatore qualsiasi, ma Warburg, storico dell’arte tedesco del secolo successivo, che ha nuovamente capovolto le “credenze” sull’arte classica greca.

Dopo uno sguardo un pò smarrito di noi contemporanei su un Augusto di Prima Porta a colori vivaci, (fin troppo popolari e poco aristocratici per i critici del passato) o l’ipotetica ricostruzione dei Bronzi di Riace nella loro lavorazione cromatica del rame originale, più simili a un utensile da cucina, che ad una statua da museo, frutto della fedele lettura delle fonti che parlano di cromatismo per le candide sculture, dopo giovinetti con gli occhi in paste di vetro e non con gli “occhi ciechi” e infine dopo la scoperta di aver perduto il 90% degli originali della statuaria greca sostituita da copie seriali, che ne hanno abbassato il valore, arriviamo al guardare l’arte classica filtrata dalla Guernica novecentesca di Picasso, con la consapevolezza che ogni risposta si adatta all’arte classica.

Settis conclude l’incontro con la riflessione che la comunicazione oggi è comparazione, è possibilità di scegliere tra numerosi esempi quello che più si addice alla nostra cultura, frammentata in centinaia di altre culture che libera dalla visione univoca si amalgama con altre alternative. La statua finalmente diventa umanità in cammino.

Consiglio Artsblog: non fatevi mancare la visita alla mostra della Fondazione Remotti, Camogli: Da Warhol a internet., domenica 14 settembre dalle 11.00 alle 20.00. Ingresso gratuito

Foto| Artsblog

Festival della Comunicazione, Camogli Salvatore Settis

[blogo-gallery id=”126554″ photo=”1-12″ layout=”slider”]

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 14-09-2014