Se ne parla spesso e talvolta anche in modo non preciso, in quanto la festa della donna ha una storia complessa e articolata, ben differente dalla versione ufficiale che la vuole giornata di commemorazione per le operaie morte nel 1909 nella fabbrica Cotton di New York. In realtà, si trattò di un adattamento strumentale, in quanto il presunto incendio della Cotton, andò a celare un evento simile (ma meno romanzato) accaduto nel 1911 a seguito di una mobilitazione generale della fabbrica Triangle Shirtwaist Company. Le vittime furono miste, non soltanto di sesso femminile.

Altra ipotesi vuole l’8 marzo, come giorno dedicato alle donne vittime di vessazioni e discriminazioni, nato da un’idea di Rosa Luxemburg nel 1910, in seno alla II Conferenza Internazionale Socialista svoltasi a Copenaghen. Tuttavia, anche in questo caso non si hanno prove documentali certe e anzi, c’è chi attribuirebbe la nascita dell’8 marzo non alla Luxemburg ma a Clara Zetkin, con l’intento di dare ampio respiro alla lotta per i diritti delle donne.

In questo maremagnum di teorie qualcosa di annoverabile c’è ed è una marcia del 1908 negli Stati Uniti d’America, portata avanti da 15000 donne che manifestavano per il miglioramento delle condizioni di lavoro e per ottenere il sacrosanto diritto al voto. Ma tale manifestazione con molta probabilità non portava data 8 marzo, quindi certamente ad essere mutuato fu lo spirito di quel giorno, non certo il calendario.

Invece un 8 marzo dalle radici più certe ci sarebbe. Ed è il riferimento storico ad un evento avvenuto in tale data nel 1917 a San Pietroburgo. Uno stuolo di donne della capitale russa guidarono, infatti, una manifestazione che rivendicava l’uscita della Russia dalla prima guerra mondiale. A seguito di questo corteo ne sorsero altri in tutto il Paese, incoraggiando il definitivo crollo dello zarismo.

In Italia la festa della donna fu festeggiata la prima volta nel ’22 ma arrivò ad essere istituzionalizzata solo nel secondo dopo guerra, rilanciata dall’opera dell’UDI, l’Unione Donne Italiane sorta nel ’43 come manipolo in rosa di resistenza all’oppressione. Questo gruppo di donne, politicamente e socialmente attivo, tosto, pronto alla lotta per la rivendicazione dei diritti del genere femminile, elesse la mimosa come fiore simbolo della giornata dell’8 marzo, in quanto rappresentava l’infiorescenza tipica del periodo pre-primaverile.

E da allora di acqua sotto ai ponti ne è passata. Una festa nata per ragioni politiche, per puntare i piedi contro lo strapotere maschile e per mostrare al mondo di cosa può essere capace l’altra metà del cielo, oggi è scivolata nel novero delle giornate “commerciali” fatte di fiori, cioccolatini e serate a tema nei locali. Ci distraessimo di meno, quanto sarebbe più veloce il processo di parità di genere e l’universalizzazione dei diritti per le donne di ogni parte del mondo? Non ci è dato saperlo.

Foto | Getty Images

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 28-02-2013