L’utilizzo delle resine per rivestire pavimentazioni e superfici non è una novità in senso assoluto. Già da anni infatti questi materiali sono usati per coprire le ampie superfici degli immobili non civili che più necessitano di resistenza e facilità di pulizia. Da qualche tempo però la resina ha iniziato a varcare le soglie delle abitazioni, diventando un’opzione sempre più scelta anche per arredare la casa. In particolare chi vuole rinnovare il bagno senza accollarsi l’onere della rottura e sostituzione delle piastrelle (le polimeriche si stendono sopra il pavimento esistente), sceglie spesso questa soluzione che tuttavia presenta dei pro e dei contro che bisogna sempre considerare.

Senza dubbio la resina risponde positivamente alle due esigenze principali di chi la sceglie per i bagni di casa: è resistente all’umidità più delle mattonelle ed è anche più igienica. Questo perché la tipologia di materiale e il tipo di posa permettono di poter contare su un prodotto completamente waterproof (a patto che il lavoro sia eseguito correttamente) e senza fughe, rendendo più agevole e più profondo il lavaggio.

In più, come già detto prima, non è necessario smantellare la pavimentazione esistente ma basta carteggiare e trattare le piastrelle adeguatamente prima di rivestirle con la resina. Tale lavoro può essere effettuato anche sulle pareti, cosa che dà anche un piacevole senso di continuità alla stanza. Non solo, lo spessore della colata è anche molto ridotto (dai 3 ai 5mm al massimo), perciò alla fine non si vedrà rimpicciolito l’ambiente.

Tuttavia, proprio parlando di messa in opera bisogna dire che, nonostante in commercio ci siano prodotti studiati per il fai da te, è consigliabile rivolgersi a dei professionisti per effettuare il lavoro. Questo per evitare di saltare dei passaggi importanti (la posa consta di almeno tre fasi diverse con i relativi tempi di azione) e ritrovarsi poi a gestire le conseguenze di una ristrutturazione fatta male.

Così, ai già alti costi di acquisto dei materiali (di resine ne esistono moltissimi tipi e per ogni fascia di prezzo, ma in generale non sono per nulla a buon mercato), bisogna sommare anche la manodopera. Fra i contro della resina ci mettiamo anche il fatto che la posa va necessariamente eseguita su superfici regolari e prive di perdite, perciò se il bagno risente di piccole infiltrazioni è bene correre ai ripari prima di fare il rivestimento, pena il veder mutare il colore proprio dove ci sono le macchie di umido.

Non solo, è verissimo che la resina è uno dei materiali più “strong” che ci siano (è usata nel campo dell’industria proprio per la sua resistenza agli urti e agli acidi!), ma non è indistruttibile e anzi è molto facile che si creino dei micrograffi in superficie che a lungo andare opacizzano il pavimento. E poi c’è da considerare che il principale metodo di stesura è la spatolatura, perciò è anche facile che la base non sia completamente liscia dopo l’asciugatura, ma abbia delle piccole imperfezioni.

Fortunatamente questi ultimi due problemi sono facilmente risolvibili. Il primo semplicemente carteggiando lo strato superficiale danneggiato e stendendone uno nuovo (il pavimento può anche essere “lamato” periodicamente per mantenere un aspetto lucido), il secondo facendo eseguire il lavoro da una ditta specializzata che utilizzerà dei prodotti più liquidi e quindi dal maggiore potere autolivellante.

Rivolgersi a dei professionisti non è solo sinonimo di maggiore tranquillità sul risultato, può anche aiutarci a personalizzare meglio il bagno. Infatti uno dei principali pregi del materiale materico è che si può customizzare a piacimento. Così dall’inserimento di lamine metalliche, immagini e schizzi di colore, il limite che ci separa dalla sala da bagno perfetta diventa solo la nostra fantasia. E ovviamente la bravura e l’esperienza di chi abbiamo ingaggiato per il lavoro.

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Foto | da Pinterest di FSerra Architect

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ultimo aggiornamento: 18-05-2014