La giornata dedicata a tutte le donne, quell’8 marzo sempre vissuto con certo atteggiamento di sconsolata irritazione da molta parte femminile, può diventare occasione d’oro per ricordare, per celebrare le nostre “madri” repubblicane.

Vere e proprie pioniere dell’emancipazione femminile, quelle 21 deputate – in un “mare” di 535 uomini – fecero parte dell’Assemblea costituente riunita all’indomani del risultato del Referendum del 2 giungo 1946, quello che riportò l’Italia entro l’alveo democratico e che ne trasformò la fisionomia statuale da monarchia a Repubblica.

Un passaggio cruciale della nostra storia, ma ancor più straordinario per noi donne. Ritorniamo con la mente a quei giorni concitati eppur esaltanti, quando reduci da una guerra devastante e sanguinosa, e da un conflitto civile che aveva diviso paesi e famiglie, ma soprattutto all’indomani di 20 anni dittatura fascista, gli italiani impoveriti quanto ci viene difficile immaginare anche in piena crisi economica, si recarono in massa alle urne per decidere del proprio futuro. A quella prime elezioni libere parteciparono le donne, fu una svolta epocale, che a noi appare lontanissima ma che in realtà dista “appena” 67 anni da questo 2013, un’inezia nella storia del nostro Paese. Ma una piccola rivoluzione in rosa doveva ancora compiersi.

La Costituzione nella neonata Repubblica italiana doveva essere scritta, e a fornire il proprio prezioso contributo alla sua stesura furono chiamate 21 donne elette democraticamente per far parte dell’Assemblea costituente che si riunì per la prima volta il 25 giugno del 1946, 20 giorni dopo il Referendum. Queste donne ebbero, per la prima volta, l’onore e l’onere di partecipare ai lavori con ruolo non più solo passivo (come muta presenza), ma attivo, offrendo il proprio contributo di idee. Ricordiamoci di quelle nostre madri repubblicane, ricordiamoci i loro nomi perché se la nostra Costituzione fu considerata la migliore mai scritta in epoca moderna (e tale rimane ancora oggi), lo dobbiamo anche a loro.

  • Bei Ciufoli Adele, Gruppo parlamentare comunista
  • Bianchi Bianca, Gruppo parlamentare socialista
  • Bianchini Laura, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Conci Elisabetta, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Delli Castelli Filomena, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • De Unterrichter Jervolino Maria, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Federici Agamen Maria, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Gallico Spano Nadia, Gruppo parlamentare comunista
  • Gotelli Angela, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Guidi Cingolani Angela Maria, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Iotti Leonilde, Gruppo parlamentare comunista
  • Mattei Teresa, Gruppo parlamentare comunista
  • Merlin Angela, Gruppo parlamentare comunista
  • Minelli Molinari Angiola, Gruppo parlamentare comunista
  • Montagnani Togliatti Rita, Gruppo parlamentare comunista
  • Nicotera Fiorini Maria, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Noce longo Teresa, Gruppo parlamentare comunista
  • Penna Buscami Ottavia, Gruppo parlamentare dell’Uomo Qualunque
  • Pollastrini Elettra, Gruppo parlamentare comunista
  • Rossi Maria Maddalena, Gruppo parlamentare democratico cristiano
  • Titomanlio Vittoria, Gruppo parlamentare democratico cristiano

Tra i tanti nomi sconosciuti, ne spiccano due che invece ricordiamo con piacere: quello di Nilde Iotti, prima Presidente della Camera donna, e quello di Angela Merlin, a cui di deve la legge che pose fine all’epoca d’oro delle “case chiuse”. A tutte loro va il nostro ringraziamento, in un 8 marzo appannato, in cui la “notte buia” della Repubblica non vede ancora l’alba, e in cui le notizie di femminicidi e violenze sulle donne ci stringono il cuore e ci indignano. Ripartire dalla nostra storia recente ci può fornire una guida preziosa per il futuro, sappiamo essere degne eredi di quelle nostre coraggiose madri parlamentari.

Foto| via Polis

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ultimo aggiornamento: 08-03-2013