Laura Boldrini, classe 1961 e deputata Sel, è la nuova Presidente della Camera. Cinquantuno anni, terza donna a ricoprire questa carica, è stata per molti anni portavoce dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati. Laura Boldrini è nata a Macerata il 28 aprile del 1961, è laureata in Giurisprudenza e ha dichiarato di essersi candidata perchè “indignata della politica”.

Ha lavorato quattro anni alla Fao presso l’ONU (1989-1993), per poi occuparsi del Programma alimentare mondiale (1993-1998). Per ben 14 anni (1998-2012) è stata portavoce dell’Alto Commissariato per i rifugiati, occupandosi principalmente dell’immigrazione nel bacino del Mediterraneo. In politica ci è entrata, come detto, perché insoddisfatta dell’attuale stato di cose e il suo nome di “papabile” Presidente della Camera, incarico ricoperto in passato solo da due altre gentlewoman (Nilde Iotti nel 1979 e Irene Pivetti nel 1994) è stato fatto dal Pd di Bersani.

Soddisfatta ovviamente la compagine di centro-sinistra, che non ha trattenuto la felicità dedicandole grandi applausi. Ma ad applaudirla anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle (che tuttavia puntavano sull’elezione di Roberto Fico) citati in modo collaterale nel discorso delle Boldrini, che ha ufficialmente dato il benvenuto ai membri più giovani di Montecitorio.

La neo Presidente parla di donne, di violenza di genere, di detenuti, di disoccupati ed esodati, dei pensionati, degli strati più bassi della società, degli ultimi. Ultimi visti come parte della responsabilità della politica moderna, che deve prendersi carico di queste questioni. Ma parla anche degli imprenditori, visti come una risorsa per l’economia italiana, eppure così duramente oppressi dalla crisi.

“Bisogna imparare a capire il mondo” dice la Boldrini, citando anche i diritti universali che appartengono al genere umano e che si sono formati col tempo. Deformazione professionale forse? Poco importa, che le parole lette con quel velo di commozione siano state ispirate dal suo lavoro in ente diplomatico internazionale, o che siano state forgiate dal cuore e solo “educate” dall’esperienza all’ONU, è importante e fondamentale che siano state pronunciate.

Un discorso di 16 minuti che tocca tutti i temi importanti della res publica italiana il suo. Discorso che per questo si è meritato il plauso di Montecitorio, membri del centro-destra esclusi, e che ci ha ricordato un Nichi Vendola (attuale segretario nazionale Sel) di altri tempi. E precisamente il Vendola catapultato nella macchina politica delle elezioni regionali pugliesi del 2005, in cui parlava di una nuova era, o più precisamente di una “nuova primavera della politica”.

Lo ricordiamo perché in effetti, nonostante il tempo meteorologico non clemente, la primavera è dietro l’angolo. E questo ci appare come un segno propizio per un cambiamento in meglio delle condizioni in cui verte l’Italia adesso. Un segno ci è dato proprio dall’elezione a Presidente della Camera, con 327 voti favorevoli, di una donna. La Boldrini, insignita nel 2004 del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana, potrebbe essere davvero la persona del cambiamento e della svolta.

E questo da cittadine e donne, è esattamente ciò che ci auguriamo.

Foto | Polisblog

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ultimo aggiornamento: 16-03-2013