Per il centrosinistra è tempo di pensare ai futuri ministri. Dopo l’elezione di presidenti di Camera (dove è stata nominata una donna, Laura Boldrini) e Senato, Pierluigi Bersani sta iniziando a mettere le basi per un ipotetico Governo di centrosinistra. “Un governo di cambiamento”, è questo quello vogliono il leader del Pd e l’elettorato italiano. Un governo che parta da “gente nuova e di esperienza” e lasci da parte presenze giurassiche come D’Alema, Veltroni, Fioroni, Bindi.

I ruoli chiave di ministeri come quello dello Sviluppo potrebbe così essere affidato a Enrico Letta, anche se non si può certo definire un volto nuovo della politica. Tuttavia, il vicesegretario del Pd ha due fedelissimi che godono della stima di Bersani e che potrebbero essere piazzati anche al Ministero degli Interni: Francesco Boccia e la ricercatrice Alessia Mosca. Tra le altri papabili ministre figurano i nomi di Maria Chiara Carrozza, rettore del Sant’Anna di Pisa e la filosofa Michela Marzano, Paola Muti del Regina Elena e Irene Tinagli, la giovane rampante economista montiana.

Nichi Vendola potrebbe diventare vicepremier, carica più d’apparenza che di sostanza, ma è in lizza anche come ministro degli Esteri e dell’Economia. Bersani intende puntare sui professionisti e sui tecnici, per non lasciare nulla al caso e formare un governo solido basato su ministri competenti. Ecco allora che spuntano i nomi di Stefano Rodotà e Fabrizio Barca, entrambi professori, dell’imprenditore Giuseppe De Rita e e addirittura quello di Don Ciotti. In attesa di sapere quali saranno le proposte del centrosinistra per governare il paese, confidiamo che le quote rosa aumentino rispetto alle legislature passate. Ma non per amore di femminismo, ma perché di donne giovani e di spessore, in questo Parlamento, ce ne sono in abbondanza

Via | Polisblog, Corriere
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ultimo aggiornamento: 18-03-2013