Angelina Jolie, così il compagno “eccellente” Brad Pitt, fanno parlare di se non soltanto per il gossip, ma anche per il loro impegno in campo sociale. E di fatti è di ieri la notizia che la Jolie, in veste di inviata speciale dell’agenzia ONU per i rifugiati, ha visitato il campo profughi di Nzulo, nella Repubblica Democratica del Congo, accompagnata dal Ministro degli Esteri britannico William Hogue. Obiettivo della visita era sensibilizzare l’opinione pubblica sulla piaga degli stupri di guerra, una pratica assurda che purtroppo coinvolge la maggior parte dei territori africani toccati dai conflitti civili.

Rwanda, Sudan, Liberia e appunto Congo, sono zone poverissime dell’Africa, dove le guerre scoppiano per questioni di territorio, di religione, di liberazione e vengono spesso fomentate da forze esterne che ne incoraggiano la continuazione per interessi personali. In questi luoghi, dove ogni mezzo di guerriglia è concesso, resiste la violenza sulle donne come arma di guerra, una scelleratezza che non risparmia neppure le bambine o le donne anziane.

Angelina Jolie, armata di taccuino segna tutto, conferendo con le ragazze dei campi profughi e con i giornalisti. Definisce il problema un punto focale di interesse mondiale, in quanto risulta inaccettabile pensare che l’universalizzazione dei diritti possa prescindere dal rispetto della donna in ogni parte del pianeta. E qui la donna non solo non è rispettata, ma è vilipesa, annientata, mutilata, rubata e spesso anche privata dei suoi beni più preziosi, i figli.

Ricordiamo, infatti, che in Africa resiste ancora un’altra pratica orribile che è la militarizzazione dei bambini, fanciulli che dai 5 anni vengono strappati alle madri per rimpinguare gli eserciti. Perché si sa, i bambini sono agili, piccoli, arrivano dove un adulto non può arrivare e sono un elemento destabilizzante per il nemico. Questa ulteriore mentalità scellerata contribuisce a fare dell’Africa un focus internazionale su cui agire in fretta. E menomale che ogni tanto ci pensano le star di Hollywood a fare “pubblicità” ai problemi.

Perché in questi casi dimenticare equivale ad accettare. E questo è un lusso che un mondo che si dice civile non può proprio permettersi.

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ultimo aggiornamento: 27-03-2013