Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, il ragazzo diciottenne morto durante un controllo di polizia nel settembre 2005, è stata assolta dall’accusa di diffamazione. A querelare la donna il pm che seguì il caso, Mariaemanuela Guerra: all’epoca dei fatti la Moretti aprì un blog per far luce pubblicamente sulla vicenda e usò parole molto dure nei confronti del sostituto procuratore, accusato di non aver fatto alcun sopraluogo immediato in prima persona, criticando inoltre la gestione dell’inchiesta.

La Guerra querelò inoltre quattro giornalisti, di due sono stati assolti e per i quali la stessa pm impugnerà le assoluzioni. Non intende invece impugnare quella della Aldrovandi, per molti donna simbolo di una lotta estenuante per ottenere giustizia che ha espresso in questi termini la sua esasperazione per una vicenda lunga otto anni:

“Apprendo che il legale della signora Guerra vuole fare appello verso la sentenza di assoluzione odierna solo nei confronti dei giornalisti, i quali peraltro sarebbero rei di aver pubblicato solo le esatte parole da me pronunciate. Mi chiedo quale possa essere il suo reale scopo e se non sia meglio che volti finalmente pagina e si dica la parola fine a questa discutibile vicenda.”



Dichiarazione a cui si va ad aggiungere quella del legale della donna, Fabio Anselmo:

“In questi giorni a Mantova è stata fatta Giustizia. Francamente mai capirò i motivi che hanno indotto la pm Guerra a querelare Patrizia Moretti. Le polemiche che hanno caratterizzato le sue indagini sul caso Aldrovandi non possono certo essere addebitate alla madre di quel ragazzo, appena 18enne, morto per colpa e responsabilità di quattro agenti di polizia di Stato (gli agenti sono stati condannati in via definitiva per omicidio colposo, ndr). Ma la mia è una visione di parte e quindi opinabile. Difatti un Gip l’aveva rinviata a giudizio ed al processo era sempre stato presente il Procuratore capo della Repubblica di Mantova. Raramente, quasi mai, un Procuratore capo partecipa personalmente alle udienze. In questo caso sì. Eppure il giudice ha ritenuto che non vi fosse nemmeno il bisogno di andare avanti nel processo. Ha assolto subito Patrizia da ogni addebito con formula piena. Allora, forse, avevo ragione a chiedermi il perché di quell’azione così poco rispettosa del senso delle cose e del dolore di una madre così duramente provata. Il giudice ha comunque reso Giustizia in serena coscienza. Non è poco. Ma forse ora qualcuno dovrà fare una approfondita riflessione anche e soprattutto per rispetto del proprio ruolo ed appartenenza. Non è tecnicismo ma semplice umanità.”

Via | IlFattoQuotidiano
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ultimo aggiornamento: 28-03-2013