La sindrome fibriomalgica (SFM) – o fibromialgia – è una patologia infiammatoria che coinvolge tutto il tessuto connettivo del nostro corpo, intendendo, quindi, muscoli, nervi e tendini, ovvero quei legamenti e tessuti costituti da “fibre”. Che cosa comporta questa malattia?

In buona sostanza, chi ne viene colpito percepisce sofferenza a tutti i livelli del proprio apparato locomotore, dolore nel camminare, dolore nello stare fermi, dolore nel compiere qualunque gesto, dolore mentre si sta a letto. Come si intuisce, la sindrome fibromialgica senza dubbio può diventare una malattia invalidante, e tanto più lo diventa, in quanto arrivare a diagnosticarla non è semplicissimo. Vediamo, innanzi tutto, quali sono i sintomi principali con cui si manifesta, per poi risalire alle cause.

La caratteristica di questa patologia pervasiva, è proprio l’intensità del dolore, che viene descritto in questo modo (variabile da paziente a paziente:

  • Crampi
  • Dolori lancinanti
  • Trafitture come lame di coltello
  • Dolore profondo
  • Dolore sordo e continuo
  • Dolore bruciante
  • Dolore “migrante” tra diverse aree del corpo
  • Rigidità muscolare e indolenzimento soprattutto al mattino
  • Nevralgie (ad esempio quella del trigemino)

Oltre a questi sintomi principali, la SMC può produrre una serie di altre patologie dolorose collaterali che portano molto spesso a diagnosi erronee, tra questi:

  • Cefalee
  • Sindrome del colon irritabile
  • Mastodinia (dolore al seno) nelle donne
  • Dolori pelvici generici
  • Mal di denti
  • Disturbi del sonno
  • Disturbi urinari e bruciore in fase di minzione
  • Dolori intercostali generici
  • Senso di spossatezza e di affaticamento

Spesso il paziente non riesce a definire esattamente l’intensità della propria sindrome dolorosa, e soprattutto ad identificare l’origine (proprio per le caratteristiche della SMC), di conseguenza, fino a pochi anni fa, questa malattia così invalidante veniva presa sottogamba, quasi descritta dai medici come una “fisima”, un parto dell’immaginazione di un ipocondriaco. Oppure, proprio perché caratterizzata da manifestazioni fisiche così ad ampio spettro, portava a trattamenti verso il singolo disturbo (la cefalea piuttosto che il mal di denti) assolutamente non risolutivi.

In effetti gli studi sulla fibromialgia sono alquanto recenti, così come la diagnostica, che attualmente si basa sull’analisi dei “18 tender point” attraverso la digitopressione. Si è infatti scoperto che la sindrome dolorosa di solito comincia da un quadrante del corpo per poi diffondersi a tutti attraverso una sorta di “accensione” progressiva degli snodi (o meridiani, o punti energetici, gli stessi dell’agopuntura) che si trovano nel nostro corpo. Palpandoli, il medico può intuire se la persona sia affetta da FMC. Le cause di questa malattia quali sono? Non si sa, al momento si tratta di una patologia dall‘origine oscura. Quello che appare chiaro è che fattori ambientali, climatici, e soprattutto lo stress, possono contribuire ad aggravare i sintomi. Si può curare la fibromialgia? No, non esiste una terapia risolutiva, si possono solo “tamponare” i vari sintomi dolorosi, fino alla chirurgia che agisca sui meridiani doloranti. La speranza, naturalmente, è nella ricerca.

Foto| di Wonderlane per Flickr

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ultimo aggiornamento: 23-04-2013