Iniziamo dal principio. Solo una settimana fa, l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, aveva dichiarato al Corriere i dubbi e le perplessità legate alla ingente eredità dell’Albertone nazionale; su cui si stende un velo fitto di mistero, forse qualche complotto e una buona dose di ingenuità fraterna. Non solo per il processo in corso che vede come parti in causa la sorella del grande attore, Aurelia Sordi, l’avvocato e l’autista di famiglia; ma anche per un’opera d’arte scomparsa da casa Sordi, un capolavoro a cui il talento era molto legato sentimentalmente.

È il pezzo a cui tengo di più, sono legatissimo a questo gioiello. Sappi che, quando non ci sarò più, voglio che sia regalata a Roma, alla nostra città. Deciderai poi tu dove.

Alberto Sordi aveva pronunciato queste parole proprio a Rutelli. La tavola, dal canto suo, ha una storia degna dei migliori capolavori artistici. Nel 1894 venne messa orgogliosamente in mostra alla Royal Academy di Londra per poi passare negli anni cinquanta nelle mani di uno dei migliori interpreti del cinema italiano.

Veniamo ad oggi. Il capolavoro, tanto caro all’attore, non era certamente scomparso nel nulla, ma nemmeno era stato rubato, al contrario è stata proprio Aurelia Sordi, a regalarlo all’attuale Papa Emerito, ovvero Papa Ratzinger o meglio Benedetto XVI, in data mercoledì 4 febbraio 2009. La sorella del maestro chiese un’udienza personale con il Papa, un colloquio molto riservato di cui neanche L’osservatore Romano diede notizia. Conclusione? Indovinate dove è stata trovata la tavola Sordi? Ma naturalmente è stata tutto il tempo in bella mostra negli appartamenti pontifici del Vaticano. Fu il Papa in persona a volerla appendere nella sua ex loggia privata dopo averla ricevuta in dono.

L’attore non lasciò nulla di scritto ma la sua volontà era inequivocabilmente nota. Lo dimostrerà il fatto che, quando Alberto Sordi nel 2003 morirà, sarà proprio la sorella Aurelia a contattare (qualche anno dopo) Francesco Rutelli, diventato nel frattempo ministro per i Beni e le attività culturali. Racconta ancora l’ex ministro: «La signora Aurelia mi confermò con lucidità e precisione che la volontà del fratello era di regalare la Pala a Roma. Fu così gentile da permettere di far visionare l’opera dagli esperti del ministero. Chiesi di esaminarla a due personaggi di indiscutibile valore, come l’allora direttore generale del ministero e oggi sottosegretario Roberto Cecchi e come Cristina Acidini, soprintendente per il Polo museale fiorentino.

I due esperti confermarono l’attribuzione e il valore della tavola. E in effetti quando Alberto Sordi morì, la sorella voleva donarla proprio alla città di Roma e ai romani, secondo volontà di Alberto. Poi l’ex sindaco -a quanto pare- si dimenticò per un bel po’ di questa pala, ricordandosi della sua esistenza e scomparsa solo poco tempo fa. Adesso la tavola riposa ben custodita nell’appartamento papale. Papa Francesco probabilmente l’avrà già ammirata da vicino, ma conoscendo, anche se da poco, le azioni e la personalità del Pontefice argentino, siamo più che sicuri che deciderà la giusta destinazione della ormai amata da tutti Tavola Sordi.

Via | Corriere
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ultimo aggiornamento: 05-04-2013