Il lungo mese di ottobre di Banksy a New York si è portato appresso, oltre che lo splendido risultato della mostra estemporanea Better Out Than In, anche altri piccoli corollari – a parte il fatto, ovviamente, che tutto il mondo ha parlato dell’artista e della sua operazione. Inclusa l’Italia, naturalmente. Dove si è letto tutto e il contrario di tutto, ma generalmente si è assistito a scarsa comprensione dell’operazione.

Uno dei corollari è il quadro The banality of the banality of evil (La banalità della banalità del male, titolo che “vandalizza” quello della famosa opera di Hannah Arendt).

Banksy ha comprato per 50 dollari a The Housing Works, un charity shop (ovvero un negozio che vende usato e che dà in beneficenza il ricavato della vendita), una tela ad olio raffigurante un paesaggio autunnale, con laghetto, alberi con le foglie ingiallite e arrossate e sullo sfondo montagne innevate, ha dipinto su una panca un ufficiale nazista che contempla il panorama e poi ha restituito il quadro al negozio.

Poco dopo la restituzione, Banksy ha fatto telefonare da qualcuno del suo staff per comunicare che il quadro era un Banksy autentico, poi ha pubblicato sul suo sito l’immagine del quadro, e una foto del negozio nella 23esima strada. Improvvisamente, The Housing Works è stato sommerso di richieste e offerte.

Il quadro è finito all’asta su Bidding For Good. La cifra di partenza era di 74.000 dollari, ma al momento della chiusura dell’asta, l’offerta finale è di 615.000 dollari.

Banksy - L'olio all'asta

Anche questo è Banksy.

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ultimo aggiornamento: 03-11-2013