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Barbie, la Casa di Città vintage degli anni Ottanta

Vi ricordate della casa di città vintage della Barbie degli anni Settanta-Ottanta? Ecco la Town House su tre piani.

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Barbie, Casa di Città vintage – Torniamo indietro nel tempo, a quel periodo degli anni Ottanta quando le bambine impazzivano per la Casa di Città di Barbie. Sì, proprio lei, la mitica Town House di Barbie su tre piani, quella con ascensore per intenderci. Chi non ce l’aveva si rodeva d’invidia nei confronti delle amichette più fortunate e cercava di arrangiarsi come poteva, costruendo case usando i libri come pareti e svariati gadget da cucina e da bagno come mobili… indovinate a quale categoria appartenevo? Comunque sia, il trauma di non aver mai avuto la Casa di Città di Barbie su tre piani ormai è superato, quindi a mente fredda possiamo andare ad analizzare questo giocattolo.

Barbie: la Town House vintage

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Pensandoci a posteriori, perché piaceva tanto? Francamente adesso col senno di poi non riesco a darmi una spiegazione. Intendiamoci, all’epoca avrei fatto carte false pur di averla, ma adesso la guardo e mi dico: non era meglio la Dream House? Partiamo dall’ingombro: la Casa di Città di Barbie era alquanto voluminosa (come parecchie altre case della Barbie), trasportarla di stanza in stanza per giocarci richiedeva di immedesimarsi in una ditta di traslochi, oltre al fatto che per averla in camera ti toccava sacrificare il comodino per esempio.

Di base è una struttura in cartone con dei pali di plastica e un ascensore anche esso di plastica che tramite una cordicella tiri su e giù con lo scopo alla fine di far rimanere Ken incastrato fra un piano e l’altro. Una delle cose che effettivamente mi infastidiva di questa casa (ma non per questo non la volevo) è che quelli della Mattel pensarono bene di disegnare i mobili sullo sfondo. Ora, che senso ha? Se ho i soldi per farmi comprare questa casa probabilmente con un po’ di moine riesco a convincere i miei genitori anche a comprarmi i relativi mobili. Mobili veri che vanno poi inseriti davanti a mobili disegnati: del tutto illogico. Bastava disegnare delle pareti credibili, un pavimento, al resto dell’arredamento ci avremmo pensato noi. Ma no, dobbiamo avere i mobili disegnati.

Altro problema: le dimensioni delle stanze. Fateci entrare tutti i vostri mobili lì dentro, altro che Mission: Impossibile. Oltretutto le stanze sulla sinistra dell’ascensore sono pure larghe la metà di quelle sulla destra (cosa che francamente non ho mai capito e che mi destabilizzava parecchio). E c’era poi una gravissima pecca: non c’era il bagno. Se volevi il bagno o convertivi temporaneamente lo studio a bagno o creavi una dependance fuori o allestivi il bagno sul tetto, non avevi alternative.

Eppure nonostante tutto, la volevamo tutte questa casa. Nel corso del tempo sono poi state realizzate diverse varianti della casa, di base cambiavano leggermente i colori e i disegni sullo sfondo, ma la struttura era sempre la stessa. Voi ce l’avevate?

Foto | eBayeBayeBay – screenshot dal video di YouTube



Bruna Marini Bruna Marini
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