La mente umana non è sempre razionale.

In alcune situazioni, per non dover effettuare sforzi eccessivi o inutili, tende ad agire tramite automatismi. Mentre in alcune situazioni – ad esempio quando si guida un’automobile – l’automatismo risulta non solo utile, ma fondamentale, in altre e, in particolare, quando si prendono decisioni, si parla di determinati argomenti o si effettuano scelte può causare qualche problema.

Tali problemi derivano principalmente dai cosiddetti bias cognitivi, dei costrutti mentali basati su abitudini consolidate o credenze, come gli stereotipi di genere, che possono portare a valutare in modo errato la realtà circostante. Sebbene possano apparire innocui, i bias causano non pochi problemi, sia sul piano individuale sia su quello sociale. I gender bias, ad esempio, rendono difficile il raggiungimento di una reale parità dei diritti.

Da cosa hanno origine i bias cognitivi

Sono numerosi i fattori che possono portare alla formazione di bias cognitivi. In particolare, questi possono avere origine da:

  • credenze e tradizioni popolari: l’ambiente nel quale cresciamo, la cultura e le tradizioni sono tutti fattori che ci spingono a vedere e pensare il mondo in un certo modo, a creare categorie, a dare valore a determinate cose. Tutto questo può portare alla formazione di bias cognitivi che sono alla base di numerosi pregiudizi, compresi quelli di genere;
  • l’esperienza soggettiva: non solo la tradizione e la cultura, ma anche ciò che si sperimenta in modo diretto può favorire la creazione di schemi mentali che sono alla base di diversi bias di genere e di altri tipi;
  • i giudizi delle altre persone: un altro elemento che può favorire la nascita di automatismi mentali e stereotipi di genere sono i giudizi espressi dalle persone che abbiamo intorno.

A seconda dei casi, si possono avere diversi tipi di bias cognitivi. Tra i più comuni rientrano il bias di conferma, la fallacia di Gabler e il bias dello status quo.

Bias di genere e pari opportunità

I gender bias sono molto diffusi nella nostra società e non riguardano esclusivamente le persone che si dicono contrarie alla parità di genere. Manifestandosi come automatismi mentali, in gran parte legati alla tradizione e alla cultura, e rafforzati dall’esperienza personale e dai giudizi altrui, possono interessare chiunque e presentarsi in qualsiasi circostanza.

In particolare, il gender bias porta a non valutare in modo oggettivo il soggetto in quanto tale e ad attribuire a questo desiderio o aspirazioni, ma anche capacità e attitudini, in base al genere di appartenenza. Anche la valutazione delle performance viene filtrata dai pregiudizi.

Tutto questo rende difficoltoso raggiungere una piena parità dei diritti e delle opportunità, la quale tenga conto delle attitudini reali e delle esigenze della persona in quanto soggetto e non in quanto appartenente al genere femminile o maschile.

Cosa possono fare le aziende per superare il problema

Il superamento di questi stereotipi è fondamentale non solo all’interno della società nel suo complesso, ma anche all’interno delle aziende. Realtà come P&G, consapevoli del valore che inclusione e uguaglianza hanno per il benessere dei dipendenti e la crescita dell’impresa, oltre a riconoscere attivamente il problema e a mettere in atto politiche mirate, offrono ai propri dipendenti momenti di confronto e formazione, organizzando corsi ed eventi interni di sensibilizzazione.

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ultimo aggiornamento: 10-05-2024