[blogo-gallery id=”130482″ layout=”photostory” title=”Brueghel Mostra Bologna” slug=”brueghel-mostra-bologna” id=”130482″ total_images=”7″ photo=”0,1,2,3,4,5,6″]

Parlare dei Brueghel significa parlare di una vera dinastia che ha segnato la storia dell’arte europea occidentale. Merito di diverse generazioni: Peter Brueghel il Giovane e di Jan Brueghel il Vecchio, ma anche di tutti gli artisti fiamminghi che hanno assorbito le lezioni di una delle famiglie più famose dell’arte. Palazzo Albergati di Bologna racconta in sette sezioni tematiche le particolarità dell’arte fiamminga del Seicento, partendo proprio dai suoi innovatori nella mostra Brueghel. Capolavori dell’arte fiamminga dal 2 ottobre al 28 febbraio 2016.

Ammiratore del Rinascimento italiano, ma non di Michelangelo che conobbe durante il viaggio a Roma, Peter Brueghel il Vecchio tornato nei Paesi Bassi aveva preso piena consapevolezza della sua arte e la affermò, a se stesso oltre che alle committenze sempre più facoltose che richiedevano le sue opere. Si discosta definitivamente dalle atmosfere irreali del maestro Bosch e le sue scene raccontano un’umanità semplice, artigiana: quella dei commercianti e dei contadini, dei soldati e dei cacciatori, carnale e viziosa, libera ma sottomessa alle seduzioni dell’esistenza. Personaggi grotteschi e caricaturali, sembravano prendere vita fuori dalla tela distinguendosi dalle scene affollate delle sue prime opere dominate da paesaggi monumentali.

Le sezioni da vedere in mostra sono così suddivise:

Prima sezione – Il giudizio morale, tra salvezza e condanna. L’opera del ‘500 I Sette Vizi Capitali di Hieronymus Bosch e la Resurrezione del 1563 di Brueghel a confronto. Ai soggetti religiosi si uniscono le figure di personaggi colpevoli a cui si concede una fantasiosa salvezza.

Seconda sezione – La natura regina. Le opere seicentesche di Jan Brueghel il Vecchio, detto dei Velluti e Jan Brueghel il Giovane riflettono l’importante ruolo della natura di fronte all’uomo a seguito della Riforma protestante.

Terza sezione – Soldati e cacciatori nella luce dell’inverno. Direste mai che il dipinto di Pieter Brueghel il Giovane Trappola per uccelli (1601) sia una metafora sulla caducità della vita? Un paesaggio invernale dalle molteplici sfumature.

Quarta sezione – Storie di viaggiatori e mercanti attraverso le incisioni di Jan Brueghel il giovane che riflette l’ interesse della nuova classe mercantile seicentesca per l’arte, fonte di ricchezza e di prestigio personale. In mostra Incontro tra viaggiatori di Jan Brueghel il Giovane del 1630 circa.

Quinta sezione – Le allegorie, racconti delle meraviglie. Amore, pace, guerra, vanità, tutti i sensi racchiusi negli elementi simbolici delle opere di Peter Bueghel il giovane dal grande impatto estetico e allegorico.

Sesta sezione – Splendore e vanità della vita silente. I fiamminghi, maestri nell’arte delle nature morte, fanno parlare oggetti inanimati, come i fiori, di vanità.

Settima sezione – La danza degli ultimi. Nell’ultima sezione La Danza nuziale all’aperto del 1610 e la Sposa di Pentecoste di Pieter Brueghel il Giovane (1620-1623), opere emblematiche che mettono al centro lo scorrere incessante e inconsapevole della vita dei contadini, tra banchetti e la frenesia dei balli.

Foto| Arthemisia Group

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 04-10-2015