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Chiara Ferragni, a quanto ammonta il cachet di Sanremo 2023 che andrà in beneficenza
In queste ore Chiara Ferragni ha annunciato che il suo cachet per Sanremo 2023 andrà in beneficenza. Ma a quanto ammonta?
Si sta parlando tanto in queste ore di Sanremo 2023 e di Chiara Ferragni che ha annunciato che il suo cachet per il Festival sarà donato in beneficenza all’associazione contro la violenza sulle donne D.i.Re. In tanti, però, si sono domandati a quanto ammontino effettivamente i guadagni dell’imprenditrice digitale per l’evento.
Chiara Ferragni: quanto guadagna per Sanremo 2023
Precisiamo, prima di tutto, che al momento non si sa con certezza quanto sia il cachet ufficiale di Chiara Ferragni per il Festival di Sanremo 2023. La donna, che prenderà parte alla prima e all’ultima serata dell’evento che inizierà il 7 febbraio e terminerà l’11 dello stesso mese, dovrebbe percepire sicuramente una cifra abbastanza elevata.
Appena annunciata la partecipazione della donna a Sanremo, si era parlato di 100 mila euro. Una cifra alta ma niente rispetto ad alcuni altri guadagni presi in passato da altri ospiti arrivati anche a 500-600 mila euro a serata.
Sul tema si era espresso in passato anche Francesco Facchinetti che aveva parlato, a proposito del cachet della Ferragni, proprio di 100 mila euro ma spiegando quanto vi abbiamo appena detto, ovvero che altre star avevano preso in precedenza tanti soldi in più.
Il cachet in beneficenza
Ad ogni modo, come anticipato, i guadagni della giovane influencer andranno in beneficenza. Per la precisione il cachet della Ferragni sarà devoluto a D.I.RE. (Donne in Rete contro la violenza) che comprende un gruppo di 82 organizzazioni sul territorio italiano, gestendo più di 100 Centri antiviolenza e più di 50 Case rifugio, ascoltando ogni anno 21mila donne.
Dopo l’annuncio di Chiara riguardo la donazione, la presidente di D.i.R.e. Antonella Veltri ha detto: “Sono lieta di avviare la collaborazione tra l’associazione nazionale D.i.Re e Chiara FERRAGNI, certa che prevenire e contrastare il fenomeno pervasivo della violenza maschile alle donne richiede azioni concertate e di rete, condivise tra tutte e tutti coloro i quali convergono nel considerare il fenomeno una violazione dei diritti umani. La collaborazione e il progetto pilota offriranno la possibilità di conoscere e riconoscere la violenza maschile alle donne a un pubblico ampio e variegato e allo stesso tempo favorirà il percorso di uscita dalla violenza a tante donne offrendo loro la possibilità di costruire il futuro in autonomia”.