La piramide di Expo Gate sita in via Beltrami a Milano, quest’oggi è stata sede di un interessante incontro-dibattito (in verità il conclusivo di una serie di altri appuntamenti iniziati a luglio scorso) fra 11 studi di architettura, istituzioni e cittadinanza sul futuro di Piazza Castello dopo il termine di Expo 2015.
Dalle dieci di questa mattina infatti gli studi coinvolti hanno presentato i loro progetti per ripensare ad una delle piazze più importanti di Milano e della Lombardia. Obiettivo: renderla più a misura di cittadino, valorizzandola al meglio dal punto di vista storico ma anche urbanistico.
Secondo lo studio Guidarini & Salvadeo ad esempio è necessario partire da zero, immaginando una nevicata in grado di azzerare le quote delle strade e dei marciapiedi di tutta l’area, in modo da riuscire a progettare una viabilità diversa che dia più risalto proprio alla piazza.
Della stessa linea lo studio Molpurgo che è partito dallo spazio pubblico e dal ruolo “civile” della piazza, vista come unione e non come separazione. Il progetto proposto mira infatti ad eliminare lo storico taglio della piazza ad opera della strada che la attraversa e che disgiunge il Castello stesso dal resto della città.
E se per Paolo Brescia partner con Tommaso Principi di Obr Open Building Research, il segreto per riprogettare al meglio questa zona è iniziare a valorizzare il verde pubblico, per Attilio Stocchi, dell’omonimo studio di architettura, il futuro di Piazza Castello deve essere indipendente da Expo e merita quindi una storia a se stante.
Anche in questo caso però la natura la dovrà fare da padrona, dove il termine va inteso etimologicamente come “qualcosa che sta per nascere”. O forse anche per ri-nascere, come in effetti accadrà a questo luogo storico meneghino che presto potrebbe cambiare la sua morfologia per diventare più fruibile da cittadini e turisti.
Via | Expo 2015
Foto | da Flickr di Grzegorz Jereczek
Riproduzione riservata © 2024 - PB