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Cos’è la violenza digitale e cosa fare per combatterla
Violenza digitale: cos’è questo subdolo fenomeno che colpisce soprattutto donne e bambini e cosa fare per combatterla.
Non esiste un solo tipo di violenza. Oltre a quella fisica e a quella che si esprime attraverso le parole pronunciate vis a vis, negli ultimi anni è esploso un fenomeno subdolo e preoccupante: quello della violenza digitale (o violenza online).
Una tipologia di prevaricazione e di offesa che colpisce tutti – indiscriminatamente – ma che interessa soprattutto donne e bambini, considerate anche da un certo tipo di personaggi che frequentano la rete come soggetti “deboli“, che spesso vengono attaccati, minacciati e umiliati anche solo per divertimento. Ma cosa si intende davvero per violenza digitale, come riconoscerla e cosa possiamo fare per difenderci?
Violenza digitale: le caratteristiche principale
Una descrizione precisa della violenza digitale l’ha fornita Save the Children, associazione che si occupa della difesa e dei diritti dei bambini, spesso vittime di questo fenomeno allarmante.
La violenza online può essere riconosciuta soprattutto da cinque caratteristiche evidenti: l’anonimato di chi abusa (spesso nascosto dietro nickname falsi); azione a distanza; l’automazione (l’attacco è diretto e può colpire anche più persone contemporaneamente; accessibilità (basandosi sul web, questo tipo di violenza può essere perpetrato da chiunque); la propagazione e la permanenza (il materiale con cui si colpiscono le vittime può rimanere anche online per sempre).
Rientrano ovviamente in questo tipo di violenza online il cyberbullismo (fenomeno che si concretizza attraverso offese verbali, minacce, denigrazioni o messaggi inappropriati), il cyberstalking (il controllo ossessivo di una persona per farla sentire minacciata e per intimidirla), e la diffusione non consensuale di immagini o video (revenge-porn, ma non solo).
Se spesso e volentieri il cyberbullismo colpisce i più giovani, a prescindere dalla loro identità sessuale, cyberstalking e diffusione non autorizzata di foto o video sono tra i fenomeni che maggiormente possono essere ricadere nella cosiddetta violenza di genere.
Milioni di donne in tutto il mondo sono vittime di attacchi online di questo tipo, complice la misoginia imperante che governa una parte del mondo del web, e che dà vita a episodi di stalking online, di body shaming o anche di cyber-flashing (invio non richiesto di foto a contenuto sessuale).
Un tipo di violenza estremamente pericoloso, in quanto riproducibile, incontrollabile e prevaricante, con risultati spesso non solo umilianti, ma devastanti per la vita delle vittime.
Come difendersi dalla violenza digitale
Se ti senti anche tu colpito da un qualunque tipo di violenza perpetrato online, potresti aver bisogno di un aiuto per riuscire a difenderti. Non tutti sono in grado, infatti, di respingere insulti e di resistere alle offese da soli.
La prima cosa da fare, una volta compresa la gravità di ciò che sta avvenendo, è denunciare l’accaduto alla Polizia Postale, specializzata nell’individuare i criminali digitali e gli aggressori che agiscono tramite web. Le donne possono anche rivolgersi a centri antiviolenza, spesso in grado di fornire un supporto concreto.
La violenza digitale può però anche essere prevenuta. Esistono diverse azioni che possono essere attuate per cercare di allontanare qualunque tipo di rischio.
Ad esempio, può essere importante cambiare di frequente il PIN del proprio smartphone, del proprio computer o di qualunque account, senza condividerlo con altri. Stesso discorso per le password, che dovrebbero rimanere personali e non dovrebbero essere salvate o scritte su fogli che possono essere persi o rubati.
Per limitare i fenomeni di stalking, è importante disabilitare la geolocalizzazione, se non necessaria. E in tal senso è anche importante evitare di postare sui social foto o video che facciano intendere con chiarezza dove ci troviamo, e magari anche con chi.
Bisogna controllare la propria privacy, per evitare che qualche malintenzionato possa appropriarsi di informazioni personali per colpirci.