Lifestyle
Decreto Caivano, stretta sui reati minorili: cosa prevede
Cosa prevede il Decreto Caivano approvato dal governo per combattere i reati minorili: le nuove sanzioni contro la criminalità.
Per combattere i reati minorili il Consiglio dei ministri ha approvato in pochi giorni un nuovo decreto legge che introduce misure urgenti ma necessarie. È stato ribattezzato Decreto Baby-Gang, o Decreto Caivano, in collegamento ai recenti fatti di cronaca avvenuti nel comune in provincia di Napoli e relativi allo stupro perpetrato per mesi ai danni di due cuginette di 11 e 12 anni.
Un nuovo decreto legge che prevede nuove misure importanti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile in tutta Italia, reso ancora più urgente dalle tragedie che hanno contrassegnato la seconda parte dell’estate che abbiamo appena lasciato alle nostre spalle. Ecco quali sono alcune delle misure più importanti previste all’interno del decreto.
Cosa prevede il Decreto Caivano
Tra gli argomenti più importanti al centro del decreto voluto fortemente dal Consiglio dei ministri guidato da Giorgia Meloni lo spaccio di stupefacenti. Adesso, anche se di entità lieve, può diventare un reato perseguibile con l’arresto immediato, seppur facoltativo. Una misura da applicare anche ad altri reati, tra cui minacce, violenze e resistenza a pubblico ufficiale. Per quanto riguarda la pena, per lo spaccio viene innalzata da 1 a 5 anni di carcere (in precedenza la forbice era tra 6 mesi e 4 anni).
Scende la pena minima per i minorenni con più di 14 anni di età: dai 9 anni precedenti ai 6 anni. Viene poi imposto il divieto di utilizzare il cellulare in determinati casi. Il questore potrà proporre al Tribunale di imporre il divieto di possedere e usare uno smartphone o altri mezzi di comunicazione, anche a minorenni con più di 14 anni, qualora questi siano stati utilizzati per compiere un reato e diffonderne le immagini sul web. In caso di violazione del divieto, scatterà il carcere (da 1 a 3 anni).
Ammonimento e scuola dell’obbligo
Scende l’età minima per l’ammonimento da parte del questore, ossia la convocazione del soggetto in questura per un avvertimento in caso di primo comportamento illecito. Potrà essere applicata anche ai 12enni, qualora siano accusati di danneggiamento aggravato, lesioni gravi, furto o rapina. In questo caso verrà applicata anche un’ammenda da 200 a 1000 euro per i rispettivi genitori. Cambia anche la questione relativa all’avviso orale della questura, una misura più severa rispetto all’ammonimento. In questo caso potranno riceverla anche i maggiori di 14 anni (finora era riservata solo ai maggiorenni), se ritenuti pericolosi per la società.
Capitolo scuola. I genitori che non manderanno i propri figli nel periodo d’obbligo scolastico (fino al secondo anno delle superiori) non riceveranno solo una multa ma rischieranno fino a due anni di carcere. In alcuni casi potrà essere revocata anche la potestà genitoriale, anche nel caso in cui i minori, pur andando a scuola, risultassero legati a un’associazione a delinquere di stampo mafioso o inseriti in un’associazione dedita al traffico di stupefacenti. Questo potrà avvenire anche se il minorenne non avrà commesso direttamente un reato.
Le altre sanzioni del decreto
Una delle novità previste nel decreto è poi l’applicazione del Daspo urbano, attualmente riservato solo ai maggiorenni, anche ai minorenni con almeno 14 anni d’età. La durata dell’interdizione da zone pubbliche potrà inoltre essere di durata più lunga. Se fino ad oggi era da un minimo di sei mesi a un massimo di 2 anni, si passerà da 1 anno a 3 anni.
Il Daspo, vale la pena ricordarlo, è la misura che impedisce di poter accedere a determinate zone di un comune, a determinati locali, a spazi pubblici o anche alle scuole. Potrà scattare non solo per gli individui condannati o denunciati per spaccio, ma anche per chi è detiene stupefacenti con finalità di vendita. Viene inoltre stabilito il bando da discoteche e locali notturni per gli individui denunciati per reati contro la persona o il patrimonio.