Nei giorni scorsi il museo nazionale di antichità Mallawi di Minya è stato brutalmente saccheggiato: ora si contano gli ingenti danni al patrimonio artistico culturale egiziano e parte l’appello via Facebook: restituite le antichità rubate, patrimonio dell’umanità.

Il furto e l’incendio al museo hanno compromesso più di 1.000 opere d’arte antiche custodite da decenni nelle sale del museo. Più di 1000 piccoli e grandi capolavori, emblema delle antiche civiltà egizie, sono stati rubati, distruggendo e facendo razzia ovunque all’interno del museo, come ben riportano le incredibili immagini diffuse dalla pagina Facebook ufficiale dell’ Egypt’s Heritage Task Force.

L’attacco al museo è stato senza dubbio tra i furti più gravi e violenti ai danni di un museo egizio nella storia recente, secondo i rapporti locali, e mette in evidenza un vuoto di sicurezza per tutti i siti clou dell’Egitto archeologico al di fuori delle porte della capitale. Il sovraintendente ai musei dei Ministero per le Antichità, Ahmen Sharaf, ha dichiarato ai giornalisti locali di credere che l’attacco al museo sia stato organizzato da alcuni membri della Fratellanza Musulmana. Ma poco importa, il fatto più grave è che solo meno di 50 di più di 1000 tra le preziosissime antichità presenti nelle sale del museo sono sopravvissute alla razzia.

Nel frattempo il Ministro delle Antichità, Mohamed Ibrahim, ha annunciato che il Ministero sta preparando una relazione complessa e dettagliata con le foto e tutte le testimonianze sullo stato attuale del Museo Mallawi. L’edificio è completamente distrutto, i reperti che non sono stati rubati sono stati danneggiati -forse irremediabilmente- dalle fiamme.

La relazione sarà inviata al rappresentante permanente dell’UNESCO in Egitto, Mohamed Sameh, al fine di facilitare le indagini e le ricerche, e bloccare il possibile contrabbando delle pregiate antichità. Tra queste c’erano statue importanti e di immenso valore (prima di tutto culturale), datate più di 3500 anni fa, come la statua della figlia del faraone Akhenaton. Nel tentativo di attirare l’attenzione sulle opere rubate, lo staff del Museo Mallawi posta via Facebook ogni giorno dal giorno del furto tutte le immagini possibili dei centinaia di oggetti sulla pagina ufficiale. Un inventario appassionato e disperato che sfiora in questo momento 900 foto, raccolte e catalogate con meticolosità.

Un appello importante viene lanciato poi alle case d’asta, ai negozi di antichità e agli uffici doganali, e a tutti i potenziali compratori: restituire gli oggetti antichi rubati e non farsi tentare da facili affari. Per quel che può servire, Il Ministero delle Antichità sta offrendo anche ricompense economiche in cambio della restituzione dei reperti trafugati (dal valore inestimabile e di tutta l’umanità).

Gli archeologi dal canto loro hanno recuperato una misera manciata di oggetti dalle macerie, tra cui due mummie e le sculture in pietra del dio Osiride, secondo Salima Ikram, docente di Egittologia presso l’Università americana del Cairo. Per quanto riguarda gli oggetti mancanti, alcuni finiranno sul mercato, altri potrebbero essere distrutti per timore di rappresaglie, ancora di più saranno o sono state distrutte dai sostenitori della Fratellanza, continua con rassegnazione la ricercatrice.

Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi


Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi
Foto saccheggio e furto museo Mallawi

Via | Daily News Egypt, The Art Newspaper

Foto | Facebook Egypt’s Heritage Task Force

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 22-08-2013