Oggi dirigente e presidente del Museo Egizio di Torino, Evelina Christillin racconta la sua vita, privata e professionale tra malattia e lavoro.

Una donna che si è fatta da sola, con lo studio e l’impegno ma anche tanto entusiasmo in ogni cosa che le si presentava davanti. Oggi dirigente Uefa nel calcio e presidente del Museo Egizio di Torino, Evelina Christillin ha raccontato al Corriere della Sera alcuni passaggi della sua vita, privata e professionale tra malattia, famiglia e molto altro.

Evelina Christillin tra studio, malattia e carriera

Evelina Christillin
Evelina Christillin

Si parte dalla giovane età e dalla famiglia in cui è cresciuta: “I miei genitori erano stati piccoli durante la guerra, avevano sofferto, poi, papà diventò un grande pilota di Mille Miglia, lui e mia madre avevano molta voglia di vivere: non consideravano lo studio proprio un dovere. Io, però, ero totalmente secchiona, cosa che infastidiva quei due simpatici gaudenti. Mi dicevano ‘non studiare, divertiti’ e mi promettevano soldi se avessi preso brutti voti. Ma io quei soldi non li ho mai vinti”, ha raccontato Evelina Christillin.

I soldi e il successo in carriera se li è conquistati fino ad arrivare oggi ad essere alla presidenza del Museo Egizio di Torino ma anche ad avere un ruolo di rappresentante Uefa nel Consiglio Fifa nel mondo del calcio. Il tutto grazie all’organizzazione e alla capacità di gestire gli impegni. “Basta studiare. E organizzarsi. Io posso stare un giorno a Napoli per un Cda del Teatro Stabile, il successivo a Ginevra per un Comitato Uefa, poi andare a Milano, tornare a Torino…”. […].

La malattia

Eppure qualcosa poteva non andare come previsto. Dopo uno stage alla Fiat, infatti, la donna conobbe suo marito e ebbe una figlia: “Andai via nell’86, quando mi ammalai: feci due anni fra casa e l’ospedale delle Molinette. Ma in ospedale, suor Giuliana, conosciuta facendo volontariato, mi chiese ‘se avessi 18 anni e tutta la vita davanti cosa vorresti fare?’. Fu così che mi laureai tardivamente in Storia”.

Proprio sulla malattia: “Una bella botta. Ma avevo già il piglio positivo di oggi. A mio marito, dico sempre: non preoccuparti prima di essere certo che le cose vanno male, sprechi energia. Quando il medico mi disse “c’è una possibilità su due che ce la faccia”, mia madre si mise a piangere. E io: non provarci più, se no, piango anch’io. È allora che ho capito che non c’è niente per cui valga la pena arrabbiarsi o alimentare conflitti. Lì mi è venuto come un grande affetto nei confronti del mondo”.

Poi il successo arrivato e non cercato che l’ha portata ad essere presidente del Museo Egizio di Torino e prima donna europea nel governo mondiale del calcio. “Non ho sentito pregiudizi, anche perché mi occupo di aspetti finanziari, non di fuorigioco, sebbene sia sempre stata tifosa”, ha spiegato la Christillin a proposito del mondo del pallone.

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ultimo aggiornamento: 28-02-2023