Ad animare Expo 2015 arriverà anche il Cirque du Soleil, la celebre compagnia di artisti acrobati. Questa è la notizia, la novità che sta facendo infuriare tutti i teatri milanesi (a ragione). Ecco perchè.
Infatti lo spettacolo “Alla vita!”, che andrà in scena dal 6 maggio al 23 agosto 2015 e che è stato commissionato alla multinazionale canadese per l’Open Air Theatre allestito tra i padiglioni, costerà ben 8 milioni e 415mila euro come leggiamo su Repubblica: va bene che sarà un’esclusiva per Milano, che nel cast ci sarà una quota consistente di artisti italiani e che si andrà comunque in pareggio con gli incassi, però nel Paese in cui i tagli alla cultura ci sono un giorno sì e l’altro pure (e si fanno bandi ministeriali per collaborazioni gratuite) non è stata proprio una bella mossa.
Ha spiegato perchè Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano:
“Siamo al paradosso i nostri teatri sono a rischio per cifre ben inferiori. Niente contro il Cirque du Soleil, ma mi meraviglia che si punti solo su questo. Ho visto tante Expo nella mia vita: in tutte si dava spazio alla componente internazionale, ma sempre valorizzando la cultura del Paese ospitante. Ci daremo da fare con ‘Expo in città’, dimostrando quanto siamo bravi anche senza un soldo”
Il problema secondo Andrée Ruth Shammah, responsabile del Teatro Franco Parenti, è l’esterofilia italiana:
“Speravo di dare il mio contributo. Immaginavo di fare qualcosa che avesse a che fare con l’acqua, ma nessuno l’ha voluto. Quindi alla fine noi gireremo con un autobus teatrale e lasceremo il Parenti a chi ce lo chiede. Il problema non è il Cirque, è il nostro provincialismo esterofilo. Perché tutto questo inglese, quando parliamo la lingua più bella del mondo? Expo Gate, la mascotte Foody…Non sappiamo valorizzarci. Del resto non c’è mai stato un premier che ha messo la cultura al primo posto”
Contrario anche l’étoile Roberto Bolle, che si è persino offerto di danzare nuovamente in piazza Duomo in occasione del grande evento:
“Questo non mi fa piacere: l’Expo è una grande vetrina per Milano, per l’Italia e per l’arte italiana. Credo che sia giusto che queste siano le protagoniste, e che gli artisti italiani siano i protagonisti, di questa importante vetrina”
Anche Elio De Capitani del Teatro Elfo è deluso, e ha rivelato che con quella cifra si potrebbero finanziare per ben 8 anni le convenzioni che sostengono più di 20 teatri a Milano:
“L’avevamo detto a suo tempo, ma nessuno ci ha ascoltato. Ormai è tardi ed Expo è un’opportunità sprecata: non per mancanza di idee e progetti, ma per l’impossibilità ad avere le risorse adeguate. Il Comune sta facendo il possibile con ‘Expo in città’, ma le scelte fatte all’epoca di Letizia Moratti sono un quadro imprescindibile, figlio dell’entertainment e non dell’arte e della cultura. E adesso i problemi sono altri: il 2015 sarà un anno cruciale, con l’applicazione dei nuovi criteri di erogazione dei fondi del Fus (il Fondo unico per lo spettacolo). Fa impressione pensare che gli otto milioni e passa al Cirque du Soleil equivalgono a quasi otto anni di convenzioni che sostengono più di 20 teatri a Milano”
Sono numeri che fanno girare la testa, senza dubbio. Ma l’assessore alla Cultura del Comune, Filippo Del Corno, non è scandalizzato:
“All’epoca chiedemmo al ministro Massimo Bray un finanziamento speciale, ma la risposta fu negativa. Detto questo, il Cirque non mi scandalizza. Ha le caratteristiche del formato sancito dal Bie per le Esposizioni universali: intrattenimento popolare e replicabile per un lungo periodo. Sono solidale con chi solleva la questione, ma credo che la valorizzazione della nostra eccellenza nello spettacolo dal vivo sia la domanda giusta posta all’interlocutore sbagliato. Expo non è un’occasione produttiva, è un’occasione di conoscenza reciproca tra culture diverse che si confrontano su un tema importante come ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Non andrà sprecato se Milano saprà essere un laboratorio di idee in proposito e se con ‘Expo in città’ farà vedere al mondo la qualità della sua offerta spettacolare”
Magra consolazione.
Via | Repubblica
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