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In occasione della nomina di Torino come Città Creativa Unesco per il Design, Designerblog ha visitato la città in un tour guidato alla scoperta dell’anima architettonica contemporanea della città. Una delle nostre tappe è stata La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che presenta Rinascimento, la prima personale in Italia di Adrián Villar Rojas.
L’artista, nato in Argentina nel 1980, si è affermato a livello internazionale con un linguaggio di forte impatto, che esplora il potenziale narrativo della scultura contemporanea. Le sue opere, spesso di scala monumentale, includono rimandi molteplici, alla storia dell’arte così come alla cultura pop, dai fumetti alla letteratura, dal cinema alla fantascienza alla musica, e si caratterizzano per la forte componente installativa, capace di trasformare profondamente gli spazi in cui si inseriscono, dando vita a scenari, mondi da attraversare, quasi fossero dei “film fatti di sculture”.
Proprio come fotogrammi cinematografici, le opere di Villar Rojas sono oggetti carichi di tempo, dispositivi che lo raccontano per immagini, dai reperti preistorici ai paesaggi più avveniristici o post-apocalittici, e lo registrano nella fisicità della materia, in un processo costante di evoluzione e decadimento. Sono tipiche le grandi installazioni, realizzate in una miscela di argilla cruda e cemento, dall’aspetto fratturato, crepato, come se la materia fosse già in stato di avanzata corruzione, come se il tempo stesse trasformando gli oggetti in rovine di fronte ai nostri occhi. Una fragilità non solo apparente, ma determinante per il destino di opere che molto spesso non sono sopravvissute all’evento espositivo, essendo concepite per essere effimere.
Questa dimensione entropica dell’opera si manifesta anche nell’impiego di materiale organico, che fondendosi con quello inorganico, naturale o artificiale, dà vita a ibridi inquietanti, artefatti instabili, soggetti a continue mutazioni. Animali, piante, minerali, fossili e reperti di un mondo oggettuale prodotto dall’uomo si compongono in un universo dalle sembianze distopiche, carico di tutta la memoria del mondo.
Dal macro al micro, questa memoria include una dimensione più personale e biografica, legata al carattere nomadico del lavoro di Villar Rojas, che sviluppa i suoi progetti in stretto legame con i luoghi e i contesti espositivi. Ogni intervento porta così traccia di quello che lo ha preceduto, o si sviluppa a partire da quello, dalle ricerche o dalle suggestioni che ogni luogo ha ispirato all’artista. Questi è sempre affiancato dal suo team di collaboratori, che lo seguono in tutti i progetti internazionali cui è invitato. Questo studio errante, o meglio compagnia teatrale, per usare la metafora prediletta dall’artista, è composto da artisti, artigiani e tecnici che, sotto la direzione dell’artista, collaborano per diverse settimane o mesi precedenti la mostra, realizzando in situ le opere e i progetti.
A partire da settembre lo studio Villar Rojas si è trasferito a Torino per dar vita a Rinascimento, una nuova grande produzione pensata dall’artista per gli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La mostra, a cura di Irene Calderoni, è visibile fino al 28 febbraio 2016.
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