In quarantasei anni di carriera, Luciano Pavarotti ha rappresentato l’Italia in ogni angolo del globo. Il tenore si è esibito davanti a tutti i grandi nomi del pianeta, perfino per Lady Diana e Carlo d’Inghilterra. Un grande professionista, ma anche un’anima rara. Vi presentiamo una selezione delle sue frasi più profonde.
Le frasi più belle di Luciano Pavarotti
Classe 1935, Luciano Pavarotti è nato con la musica nel sangue, visto che suo padre era un tenore dilettante. Alunno dei Maestri Arrigo Pola ed Ettore Campogalliani, nel 1961 ha vinto il concorso internazionale Achille Peri e ha dato il via alla sua carriera. Nello stesso anno, presso il Teatro Municipale di Reggio Emilia, ha portato in scena nei panni di Rodolfo la Bohème di Giacomo Puccini.
In poco tempo, Pavarotti è diventato un nome noto, prima a livello nazionale, poi in tutto il mondo. Nel corso della sua lunga carriera, stroncata nel 2007 a causa di un cancro al pancreas, ha interpretato diverse opere, come: Rigoletto, La Sonnambula, Elisir d’Amore, La Figlia del Reggimento, I Capuleti e i Montecchi, La Traviata, Lucia di Lammermoor e Messa da Requiem. Di seguito, vi presentiamo una raccolta delle frasi più belle di Luciano:
- Penso che una vita spesa per la musica sia una vita spesa in bellezza ed è a ciò che io ho consacrato la mia vita.
- La più stupida delle donne è più intelligente del più intelligente degli uomini.
- Se i bambini non vengono introdotti alla musica in tenera età, credo che gli venga tolto qualcosa di fondamentale.
- Ogni giorno ricordo a me stesso tutto ciò che mi è stato dato.
- Nella musica di Lucio Battisti c’è qualcosa che ricorda Giacomo Puccini.
- Viva la musica, qualsiasi musica, quella bella, che sia fatta da chi la fa classica o da chi la fa pop.
- Se vi capitasse di passare da Modena, credetemi, difficilmente sarete in grado di lasciarla.
- Mi hanno sempre domandato, “Con tutte le belle città che hai visto nel mondo, hai un appartamento a New York e trascorri le vacanze ai Caraibi. Perché vivi ancora in una città così piccola?” Perché qui ci sono le mie radici, la mia famiglia e i miei amici, tra i quali il soprano Mirella Freni.
- Pensate al giorno che verrà come una novità ed un dono inatteso che vi arricchirà.
Citazioni di Pavarotti, il più grande tenore di tutti i tempi
La carriera di Luciano Pavarotti è stata costellata anche da un’ampia produzione discografica. Non solo lavoro, per lui è stata fondamentale la sua famiglia. Le quattro figlie, Lorenza, Cristina e Giuliana, avute dalla prima moglie Adua Veroni, e Alice, nata nel corso della relazione con Nicoletta Mantovani, sono sempre state da lui descritte come “il bene più importante” della sua esistenza. Di seguito, vi presentiamo un’altra raccolta delle frasi più iconiche del tenore:
- Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno la insegna, chi la sa fare ancora meno la organizza, chi la sa fare così così, la critica.
- Niente di quello che è successo mi ha fatto sentire cupo o rimanere depresso. Amo la mia vita.
- Il sesso fa sempre bene se il tuo piccolo amico te lo chiede. Non importa se prima o dopo lo spettacolo: il massimo sarebbe durante, sull’unico tavolo in scena.
- Molte volte mi è stato chiesto dove vivo e la mia risposta è sempre stata la stessa: a Modena, una piccola città a metà strada tra Firenze e Milano, molto famosa per la Ferrari e la Maserati. Ma c’è molto di più da vedere.
- La musica imparata leggendo, è come fare l’amore per posta.
- La voce di un cantante lirico nasce dai polmoni, non dalla gola. E’ indispensabile conoscere bene la fisiologia dell’apparato respiratorio e dei muscoli che sostengono il diaframma.
- L’unica volta che mi sorpresi della mia voce, fu quando Joan Sutherland mi spinse a interpretare “La figlia del Reggimento” di Donizetti al Covent Garden, nel 1966.
- Berlusconi mi propose di condurre ‘Ok, il prezzo è giusto’. Io gli feci notare che avrei dovuto abbandonare una professione che amavo troppo e lui ha capito.
- Nella vita ho avuto tutto, davvero tutto. Se mi venisse tolto tutto con Dio siamo pari e patta.
- Presi coscienza del valore della vita a soli nove anni, in tempo di guerra. Le strade di Modena erano disseminate di cadaveri. Fu una cosa terribile. Divenni adulto di colpo. Nacque in me un profondo attaccamento alla vita che vidi a un tratto così fragile e provvisoria.
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