Un progetto che ha coinvolto quattro istituti universitari – IED Spagna sede di Madrid, Politecnico di Milano, South Bank University, HEAD Ginevra – con l’obiettivo di stimolare le visioni innovative degli studenti e proporre soluzioni impreviste, e al tempo stesso concrete e funzionali, su come gestire il rapporto tra fumatori e non fumatori.

I nomi dei vincitori? Eccoli finalmente svelati nel corso dell’ultima Design Week milanese, complice una location d’eccezione, la Triennale, che ha messo in mostra tutti i prototipi dei 16 finalisti e che è stata anche il teatro della premiazione. Ospitata per l’occasione proprio in quella “black box” a tratti surreale che il designer Vicente Garcia Jimenez, incaricato della progettazione dell’allestimento, aveva immaginato per circondare di sacralità i lavori presentati: tutti immersi in un concretissimo mondo urbano, ma circondati da una smart city virtuale simboleggiata da una rete di comunicazione digitale.

Il primo posto sul podio è “Non si spegne” di Jaime Liñan e Dolores Toboso dello IED Spagna di Madrid: un progetto dal chiaro valore simbolico, che lavora sulla visualizzazione come strategia per sensibilizzare i fumatori rispetto alla cattiva abitudine di buttare le cicche per terra. L’idea, infatti, è di creare un’installazione ambientale sostituendo ai mozziconi dei piccoli lumini a Led, simili alla forma del mozzicone, così da lasciare una traccia visiva delle nostre abitudini, sublimata però in un segno poetico. Una sensibilità che ci ricorda molto -come avevamo avuto modo di dirgli durante la nostra visita a Madrid– le performance dei Luzinterruptus, anch’essi spagnoli e anch’essi legati a doppio filo alla scelta della luce modalità di espressione artistica primaria.

Il secondo classificato -sempre in casa IED- guarda invece ad una soluzione pratica per risolvere il problema del fumo passivo anche quando quest’ultimo avviene all’aperto: con “Spira”, Alexander D’Alessio propone un’inedita soluzione per aspirare il fumo di sigaretta negli spazi esterni, quasi si trattasse di una cappa da cucina in versione maxi. Due i punti a favore del suo progetto: una forma plastica, dinamica, e la capacità di adattarsi ad arredi urbani preesistenti, in primis i lampioni. Terzo posto, infine per il progetto “Drain Away” di Diana Csilla Toth della London South Bank University: sempre pensando all’urgenza dei mozziconi, Toth ha rivisitato il ruolo dei tombini -troppo spesso trasformati in posacenere a cielo aperto- dotandoli di una sorta di sovra-coperta dai cromatismi accesi in grado di raccogliere le cicche e sensibilizzare allo stesso tempo rispetto ad un’abitudine senz’altro sbagliata.

Menzione speciale, infine, al progetto “Smoketionary” di Liliya Galabova e Mirian Miguel: un lavoro che si indirizza alla community dei fumatori e individua una mappa di location smokers-friendly dove potersi ritrovare. Completato anche da un divertentissimo dizionario fatto di neologismi che descrivono tutti i comportamenti che intraprendiamo con una sigaretta alla bocca. In primis, inutile negarlo, quelli che hanno a che fare con tutti i nostri flirt, reali o potenziali.

Organizzato in collaborazione con Future Concept Lab, JTI Clean City Lab 2013 è stato presieduto da una giuria composta da Livia Peraldo, Aldo Cibic, Makio Hasuike, Francesco Morace e dal Presidente e Amministratore Delegato di JT International Italia PierCarlo Alessiani.

JTI Clean City Contest Lab, i vincitori dell\\’edizione 2013

JTI Clean City Contest Lab, i vincitori dell\\'edizione 2013


JTI Clean City Contest Lab, i vincitori dell\\'edizione 2013
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ultimo aggiornamento: 24-04-2013