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[blogo-gallery id=”129669″ layout=”photostory” title=”Leonardo da Vinci Gioconda” slug=”leonardo-da-vinci-gioconda” id=”129669″ total_images=”6″ photo=”0,1,2,3,4,5″]

Le curiosità sulla Gioconda, la tavola ad olio dipinta nel 1503 da Leonardo da Vinci si moltiplicano, così che anche le ipotesi sulla sua identità, dibattuta già al tempo dei contemporanei dell’artista appare poca cosa. Gli studiosi guidati dalla ricercatrice Carla Glori (con trentennale esperienza su Leonardo) partendo da un’ipotesi, hanno annunciato con decisione che il paesaggio che fa da sfondo a Monna Lisa (forse Bianca Giovanna Sforza) è il paese medievale di Bobbio. Caratterizzato da venti e nebbie nel periodo invernale da qualche giorno Bobbio ha convinto l’equipe dello Studio Architetti Bellocchi di Piacenza, che ha condotto indagini sul campo ed elaborazioni di modelli 3D.

Riteniamo di avere verificato una sufficiente e probabile compatibilità formale tra la realtà fisica e quella pittorica sulla base di procedure rigorose e conseguendo risultati oggettivamente documentati.
Il nostro parere, che si è consolidato “toccando con mano” gli elementi analizzati, mentre il lavoro avanzava, si può definire nel seguente modo: che il panorama che fa da fondale al dipinto della Gioconda rappresenti la valle del Trebbia è un’ipotesi suggestiva, basata però su un’analisi di elementi aventi forti analogie, coincidenze fisiche e formali con quelli corrispondenti del quadro.

Non un paesaggio immaginario quindi dai contorni sfumati, ma uno scorcio visto da Leonardo dal Castello Malaspina Dal Verme, inizialmente dei Visconti, poi ceduto alla nuora di Galeazzo Visconti, Isabella di Francia e nel ‘400 ai conti Dal Verme. Presi in considerazione nella seconda fase della ricerca, dopo un’analisi storico-architettonica del castello, gli elementi del paesaggio, che Leonardo ha rifinito solo in seguito grazie alla tecnica del vetro per fissare il bozzetto.

Il ponte Gobbo, simbolo della città con gli 11 archi diseguali, il tracciato dell’ansa del fiume Trebbia, i rilievi montuosi corrispondenti con la val Tidone del monte di pietra Parcellara e la zona dei calanchi che caratterizza la valle hanno le stesse caratteristiche del paesaggio da sfondo, confrontati con modelli realizzati in 3d, con proiezioni in riflettologia e studi sulle trasformazioni dell’architettura del castello e del paesaggio.

Foto| carlaglori

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ultimo aggiornamento: 08-09-2015