Come ogni anno, il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo. Andiamo a vedere cosa è e per quale ragione è importante non dimenticarlo.

Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo istituito nel 2004 ufficialmente. Si tratta di una giornata che ha l’obiettivo di tenere viva la memoria delle vittime nel secondo dopoguerra sul confine orientale, e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre in seguito all’avanzata dell’esercito di Josip Broz.

Giorno del Ricordo: cosa è

Giorno del Ricordo
fiore memoria

A ricordare questo particolare evento del 10 febbraio, anche il sito ufficiale del Governo che per questa ricorrenza scrive: “Con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, il Parlamento italiano riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Dopo la sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale, Istria, Fiume e Zara, allora territorio italiano, vengono cedute alla Jugoslavia. Il passaggio comporta una serie di violenze dai partigiani comunisti guidati da Josip Broz, conosciuto come “Tito”, nei confronti di tutti coloro che considerano nemici della costituzione di una federazione comunista jugoslava sotto la leadership di gruppi dirigenti di origine serba. 

Questa “epurazione” dei nemici è avvenuta in due distinte ondate. La prima, nell’autunno del 1943, che ha interessato principalmente l’Istria. La seconda ondata di violenze, invece, ha inizio nel maggio 1945 con l’arrivo delle truppe jugoslave in Venezia Giulia.

In questo caso le rappresaglie hanno colpito in modo particolare i soldati della neonata Repubblica Sociale ma anche tutti coloro che vengono accusati di collaborazionismo con i regimi nazifascisti, e alcuni partigiani italiani, rei di non accettare l’egemonia jugoslava.

Le foibe

Le proporzioni della tragedia non sono mai state calcolate con esattezza. La stima è che circa 250 mila persone siano stati costretti a lasciare le loro case. Circa 20 mila sarebbero morti tra il 1943 e il 1947.

Si parla anche di foibe. Infatti, diverse migliaia tra queste vittime, tra le 4mila e le 6mila, hanno perso la vita all’interno di profonde cavità naturali tipiche delle aree carsiche, dove venivano abbandonati i corpi dei giustiziati.

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ultimo aggiornamento: 10-02-2023