Con l’avvento degli smartwatch e la loro probabile diffusione capillare, ci si interroga sul futuro delle grandi manifatture, attive nel comparto degli orologi di lusso.

Cosa faranno marchi storici come Rolex e compagnia bella? Seguiranno la tendenza, oppure resteranno saldamente ancorati alla tradizione che li ha resi forti? Personalmente spero che prevalga questa seconda linea, ma non è facile sbilanciarsi su decisioni strategiche di tale portata.

Leggi anche: gli orologi Rolex per i divi

Il quesito è: ci sarà ancora spazio per l’arte dell’orologeria, oppure in futuro il mercato sarà dominato in tutte le dimensioni dai computer da portare al polso? Credo che le due tipologie continueranno a vivere insieme, magari con qualche contaminazione, ma nel rispetto delle specificità.

Uno smartwatch non avrà mai il fascino di un orologio prezioso, frutto di un sapiente artigianato, dove meccanismi e materiali nobili si combinano con una ricchezza di emozioni che entrano direttamente nel cuore, dalla porta principale. Anche nel mondo dell’auto, ai modelli elettrodomestico si affiancano quelli capaci di generare trasporto ed emozioni.

Come la Gioconda non potrà mai essere soppiantata da un display digitale, così credo che un Rolex non potrà mai patire la concorrenza di banale e freddo ricevitore di email. Il rischio, per l’orologeria di qualità, è stato evitato con l’avvento dei modelli al quarzo. Anche con gli smartwatch sarà così.

Semmai, saranno questi ultimi a cercare alcune doti dei segnatempo più sfiziosi, magari con casse in oro, platino e diamanti, che faranno lievitare il prezzo e la visibilità, ma non saranno mai la stessa cosa.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 19-09-2014