Cos’è il vermocane? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul parassita che sta infestando i mari di Sicilia, Puglia e Calabria.

I mari di Sicilia, Calabria e Puglia sono infestati dal vermocane, un parassita che causa una malattia diffusa soprattutto nell’Africa subsahariana. Vediamo cos’è il Dracunculus medinensis e quali rischi potrebbe comportare per la popolazione italiana.

Vermocane: cos’è e perché è pericoloso

Il Dracunculus medinensis, noto comunemente come vermocane, è un parassita nematode, ossia un verme con corpo cilindrico a sezione circolare. Il suo aspetto, quindi, è simile a quello di una semplice biscia. Infesta principalmente i mammiferi e causa una patologia chiamata dracunculosi, o malattia del verme di Guinea, diffusa soprattutto tra per popolazioni rurale che vivono nell’Africa subsahariana.

Il contagio avviene quando una persona beve acqua contaminata. Il ciclo di vita del vermocane inizia proprio nel momento in cui si consuma acqua che contiene piccoli crostacei infestati dalle larve del parassita. Una volta ingeriti, i crostacei muoiono, ma rilasciano le larve che penetrano nelle pareti intestinali dell’ospite.

A questo punto, le larve crescono e si accoppiano all’interno del corpo dell’ospite. Mentre il maschio muore subito dopo, la femmina continua a crescere, fino a raggiungere i 100 centimetri di lunghezza. Raggiunta la maturazione, il parassita migra verso la pelle e causa una lesione dolorosa e un forte bruciore. Nel momento in cui la parte infestata viene immersa nell’acqua, il vermocane femmina rilascia le larve e il ciclo di vita si ripete.

Vermocane: le conseguenze per l’uomo

Gli esseri umani che vivono con il vermocane, oltre al dolore e ai fastidi, non riescono a condurre una vita normale. Specialmente nella fase in cui la larva emerge dalla pelle, che può durare anche settimane, le persone infette soffrono moltissimo. Subito dopo bisogna prestare massima attenzione alla ferita lasciata aperta perché può facilmente infettarsi. Tutto questo, ovviamente, causa problematiche sia sociali che economiche. Fortunatamente, negli ultimi anni si sono fatti passi da gigante contro la dracunculosi, soprattutto fornendo acqua potabile e promuovendo buone norme di educazione sanitaria in Africa subsahariana.

Considerando che negli ultimi tempi il parassita si è diffuso anche in Italia, specialmente tra Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, è necessario prestare attenzione. Nel Belpaese non si rischia di bere acqua contaminata, quindi il contagio della malattia è improbabile. In ogni modo, i biologi consigliano di non toccare il vermocane perché il loro corpo è ricoperto di setole che contengono tossine urticanti. Queste possono causare dolori, bruciori, edemi, pruriti e intorpidimento.

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ultimo aggiornamento: 31-05-2024