L’aveva abbandonata “prendendo il volo” nel 2005, a causa dei danni strutturali causati dagli agenti atmosferici alla sua struttura. Importanti problemi di salute che avevano reso necessario un intervento di restauro avvenuto nel Centre des monuments nationaux. Elementi che hanno permesso da ieri alla statua dell’arcangelo Michele di essere innalzata da una gru, dinanzi ad una folla di curiosi riunitasi nei pressi del vicino tribunale, nella sua posizione originale e di svettare nuovamente sulla Sainte Chapelle del Palais de la Cité a Parigi, sull’omonimo isolotto lambito dalla Senna a due passi dalla cattedrale di Notre Dame, che si è offerta una recente mise en beauté per i suoi venerandi 850 anni.
Ma anche l’alato messaggero in questione, immaginato da Jean-Baptiste Lassus, architetto occupatosi del restauro del monumento gotico nel 1850 ha la sua imponenza. Quasi tre metri d’altezza per 1,20 di larghezza colati in un pezzo di bronzo 2,2 tonnellate realizzato da Victor-Adolphe Geoffroy-Dechaume nel 1852 e posizionato sulla Sainte-Chapelle nel 1855. Da allora gli insulti dei cambiamenti di temperatura, gli sberleffi della pioggia e del vento, l’inquinamento e la botta di grazia della grande tempesta del dicembre 2004 ne avevano minato la stabilità avviando un intervento di recupero finanziato dai medesimi mecenati privati che hanno sostenuto con quattro miliardi il restauro delle vetrate della Sainte-Chapelle iniziato quattro anni fa e che dovrebbe terminare a breve.
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