Un problema non indifferente che sta coinvolgendo sempre più persone, di ogni fascia d’età, dagli adulti ai bambini. Parliamo del Long Covid, un’espressione che indica una condizione del paziente guarito dal Covid-19 che, tuttavia, continua a manifestare sintomi legati alla malattia nell’arco del tempo, più o meno a lungo. Esattamente come per le altre persone, anche i più piccoli possono trovarsi a dover far fronte a questa situazione. Anzi, da alcuni recenti studi sarebbero anche tra le categorie “più a rischio”.

Long Covid bambini: gli effetti e come riconoscerlo

Prima di tutto occorre chiarire di cosa stiamo parlando. Nel dettaglio, può definirsi Long Covid quella condizione dell’individuo che, dopo essere guardito da infezione da coronavirus presenta ancora sintomi dopo un certo tot di tempo. Nello specifico dalle 4 alle 12 settimane successive all’essersi “negativizzato”. Tra i sintomi più diffusi per capire se si è affetti o meno da tale “patologia”, ci sono l’affaticamente persistente e il mal di testa. Stanchezza estrema, difficoltà respiratorie e nebbia cognitiva sono solo alcuni degli altri sintomi che caratterizzano molti pazienti guariti dal Covid-19 ma che faticano a tornare alla vita di tutti i giorni obbligandoli a cambiare le loro abitudini.

A dispetto di quanto si pensi, non sono solo gli adulti a subire questa condizione. Infatti, non bisogna stupirsi se si senta parlare sempre con maggiore frequenza di Long Covid nei bambini. Questa categoria di individui, infatti, è colpita esattamente come le altre. Anzi. Per loro potrebbero esserci ancora maggiori rischi in quanto, come sottolineato dal Corriere della Sera, la vaccinazione non sarebbe arrivata nemmeno al 30 per cento su scala regionale per i piccoli in fascia di età dai 5 agli 11 anni per quanto riguarda il ciclo con due dosi.

Lo studio: i dati

Come dimostra una ricerca dell’università di Verona, che ha monitorato gli effetti del Long Covid, gli effetti del virus sui bambini possono essere anche pericolosi. Gli specialisti di pediatria Giuseppe Verlato, docente di Statistica medica all’università di Verona, Gianfranco Trapani dell’Asl 1 di Imperia, Enrico Bertino e Giulia Maiocco dell’università di Torino, e Vassilios Fanos dell’ateneo di Cagliari, hanno condotto lo studio pubblicato su “Italian Journal of Pediatrics” spiegando come un bambino su quattro soffra di tale condizione post infezione e guarigione.

I bambini manifestano fli stessi sintomi dell’infezione anche per settimane o mesi dopo la guarigione, nonostante una sintomatologia lieve o addirittura assente durante la malattia. Gli studi sono stati condotti su otto regioni italiane tenendo conto di più di 650 bambini che si sono ammalati di Covid tra ottobre 2020 e giugno 2021.

Di questi, il 24% della popolazione pediatrica che ha superato la fase acuta del morbo con sintomi lievi o assenti soffre o ha sofferto di disturbi correlati a distanza di almeno 2 mesi dalla guarigione e fino a 9 mesi da essa. Pare, inoltre, che chi abbia sviluppato sintomi in fase acuta veda il rischio di Long Covid aumentare dall’11,5% al 46,5%.

I sintomi più frequentemente lamentati dai bambini secondo lo studio sarebbero: affaticamento (7%), problemi di natura neurologica quali difficoltà di concentrazione, sensazione di annebbiamento e cefalea (6,8%) e sintomi respiratori (6%). Nella fascia di età maggiore, si parla di sintomi tipici quali ansia, agitazione e disturbi del sonno e del comportamento. L’unico tipo di patologia Long Covid-19 che si riscontra più frequentemente nella prima infanzia è quella respiratoria, con l’11,4% di rischio nella fascia fino ai 5 anni.

I consigli

Questo per fare un quadro preciso del Long Covid nei bambini. Tra i consigli dei pediatri di famiglia rivolti ai genitori di piccoli che hanno avuto il coronavirus c’è infatti quello di sottoporsi ad una visita dopo 4 settimane dalla fase acuta dell’infezione per verificare la presenza di possibili sintomi postumi.

Inoltre è raccomandabile programmare un controllo dopo 3 mesi dalla diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 per confermare che sia tutto normale o per affrontare eventuali problemi emergenti.

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ultimo aggiornamento: 14-07-2022