[quote layout=”big”]L’anima della mostra è l’arabesque, il motivo decorativo che entra nella pittura di Matisse diventando superficie e spazio. L’arabesque lo coglie da culture molto diverse, lo assimila e lo trasforma facendolo diventare un mondo di colori di spazi, che diventano spazi mentali[/quote]

Afferma così Ester Coen curatrice della mostra Matisse. Arabesque allestita alle Scuderie del Quirinale dallo scorso 5 marzo e aperta fino al prossimo 21 giugno. Il Marocco, l’Oriente, l’Africa e la Russia, nella loro essenza più spirituale e più lontana dalla dimensione semplicemente decorativa, indicheranno a Matisse nuovi schemi compositivi. Arabeschi, disegni geometrici e orditi, presenti nel mondo Ottomano, nell’arte bizantina, nel mondo ortodosso e nei Primitivi studiati al Louvre; tutti elementi interpretati da Matisse con straordinaria modernità in un linguaggio che, incurante dell’esattezza delle forme naturali, sfiora il sublime.

Matisse. Arabesque, vuole restituire un’idea delle suggestioni che l’Oriente ebbe nella pittura di Matisse: un Oriente che, con i suoi artifici, i suoi arabeschi, i suoi colori, suggerisce uno spazio più vasto, un vero spazio plastico e offre un nuovo respiro alle sue composizioni, liberandolo dalle costrizioni formali, dalla necessità della prospettiva e della “somiglianza” per aprire a uno spazio fatto di colori vibranti, a una nuova idea di arte decorativa fondata sull’idea di superficie pura.

Una mostra che va vista anche per smetterla con gli stereotipi sull’Islam che una certa subcultura continua a proporre in maniera spasmodica: l’Islam è cultura, non dimentichiamolo mai!

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ultimo aggiornamento: 18-05-2015