Se quest’estate vi troverete in zona Lecce, è da non perdere la mostra “L’universo di Pier Paolo Pasolini. Arte e bellezza da Giotto a Patti Smith”, allestita fino al 2 novembre 2014 al Castello Carlo V.

Si tratta di una vera e propria ‘esperienza-evento’, più che una semplice esposizione: curata da Gianni Canova, Silvia Borsari e Paola Rampini e ideata da Ventundodici Srl, la mostra si inserisce all’interno della programmazione per la candidatura di Lecce a Capitale europea della cultura 2019.

All’interno del percorso sono presenti una selezione di film, fotogrammi accostati alle riproduzioni delle opere citate, libri di poesia e di narrativa, documentazione video, audio e radio, le canzoni scritte da Pasolini e interpretate da Aisha Cerami, figlia del celebre sceneggiatore scomparso lo scorso anno.

“Pasolini a New York negli anni Sessanta era considerato un maestro da tutti noi. Andare a vedere i suoi film era un rito. Ricordo che una volta mi recai al cinema con il mio amico Mapplethorpe e in sala si erano già sistemati Warhol, Morrisey, tutti i poeti e gli artisti che come noi lo studiavano e s’ispiravano a lui” – Patti Smith

Pasolini infatti è riuscito a ricongiungere tutte le arti, e ha sempre suscitato scandalo avviando dibattiti e confronti: questa mostra vuole offrire un nuovo e suggestivo punto di osservazione.

Non mancheranno quindi le testimonianze della carriera pittorica e una selezione di scatti del fotografo Roberto Villa che ha immortalato il backstage del film “Il fiore delle mille e una notte”. Ogni sabato verrà poi proiettato un film, tra quelli citati in mostra: si inizia il 28 giugno, questa sera, alle 20 con “Comizi d’amore” (1965). Seguiranno a cadenza settimanale “Mamma Roma” (1962), “Decameron” (1971) e il già citato “Il fiore delle mille e una notte” (1974).

Il rapporto tra Pasolini e pittura è molto stretto: i suoi film (come dimostra la gallery qui sotto) sono ricchi di inquadrature pittoriche che manifestano la sua predilezione per Giotto, Leonardo, Mantegna e Rosso Fiorentino. Con la sua ‘pittura dialettale’ ritrae se stesso, i suoi amici e tanti altri protagonisti di quella stagione culturale. Pasolini frequentò Longhi, Moravia, Morante, Maraini, Calvino e Ungaretti, e ammirava Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai e Guttuso.

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ultimo aggiornamento: 28-06-2014