La Roma archeologica, la Roma classica e quella dei musei storici; Roma ha tanti volti ed è affascinante perchè offre agli appassionati d’arte percorsi fuori dai circuiti turistici più noti. Seguendone uno di questi vi propongo due mostre di artisti contemporanei per viaggiare sul binario della fantasia. Di fantasia ne ha da vendere l’artista che sarà tra qualche giorno alla Dorothy Circus (di via Pettinari, 6), molto atteso da mesi. La galleria dal 15 Febbraio ha in programma The Trouble with Angels, fino al 6 Aprile 2014. Il londinese Ray Caesar (classe 1957), maestro del digitale, esporrà a Roma stampe di grande formato in edizione da 20 realizzate appositamente per la galleria e la serie dei 5 inediti in edizione unica. L’artista pop surrealist, lascia anni fa colori, oli e pennarelli per dedicarsi all’arte digitale, perfezionandosi nell’uso del programma d’animazione Maya. Questo metodo è utile all’artista per modificare l’immagine finita, conferendole le capacità simboliche di un’immagine in movimento; e di movimento si può parlare perchè i suoi personaggi sono come bloccati sulla carta nell’attimo più critico. Le sue “lolite” spavalde e barocche (dal viso che è un mix tra quello dell’artista e quello della moglie), sembrano dover affrontare mille peripezie, anche a costo di smascherare le proprie paure, senza però rinunciare ad un aplomb da vere dame. Ogni elemento, come l’arredo è curato da Ray Caesar, ispirandosi a mobili d’antiquariato, al fumetto di Richie Rich, o ad oggetti che lo circondavano nelle sue residenze d’infanzia, prima in Inghilterra e poi in Canada. Queste dame, fuori dal tempo, sembrano a loro agio sia nei boschi fiabeschi, che in strade cittadine del XXI secolo e in spazi futuristici. Poca cosa, rispetto alle prove davanti cui Ray Caesar le sottopone in cui la loro identità è continuamente minacciata. Anche se l’artista attinge al repertorio onirico, questi “angeli problematici”, prendono spunto dalla sua esperienza (di 17 anni) come grafico presso l’ ospedale Sick Children di Toronto. Bambini sofferenti, deformi, maltrattati e animali-cavia da lui incontrati, sono riconoscibili negli stessi personaggi che oggi fanno il giro del mondo. Non sono che il risultato di riflessioni d’artista su come affrontare lo spaesamento con pazienza e un pizzico di follia .

La seconda mostra Hic Sunt Leones di Nicola Alessandrini e Gio Pistone che voglio proporvi è stata inaugurata l’8 Novembre, ma sarà visitabile fino all’8 Marzo, quando le pareti della quinta stanza cambieranno aspetto per raccontarci di altri viaggi attraverso i murales. Più che una mostra, quella alla -1 art gallery della Casa dell’Architettura è una passeggiata “sotterranea” che non toglie l’effetto sorpresa anche per l’architettura serpentina. La sensazione è di visitare una grotta dipinta da misteriosi popoli esotici ai confini del mondo conosciuto. Il titolo della mostra che la traduzione dal latino suona come “qui ci sono i leoni”, è un’antica dicitura romana per segnalare le terre inesplorate dell’Asia e dell’Africa, dove avrebbero potuto esserci gli animali dalla folta criniera. All’epoca queste terre erano luoghi “senza nome ” con la visita alla -1 art gallery si fa presto a dimenticare. Il percorso è un viaggio dell’immaginazione che i due artisti, designer e disegnatori italiani ci fanno compiere portandoci alla scoperta di questo mondo inesplorato, proprio perchè immaginario sempre mutevole e a tratti spaventoso. La collaborazione tra Nicola Alessandrini e Gio Pistone ha dato vita ad una mappa tipica della società pre-industriale, con piante e animali del mito abitanti di un paradiso terrestre affascinante e curioso. E quando la mostra sarà conclusa vi consiglio un giro per i quartieri della street art romana, come il Quadraro e Tuscolana, dove potrete trovare le stesse creature aggirarsi per Roma.

Foto|Casa dell’Architettura e Ray Caesar

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ultimo aggiornamento: 05-02-2014