Memling come non lo abbiamo mai visto, nella prima retrospettiva italiana a Roma Memling. Rinascimento Fiammingo. Per chi pensa ancora, come i critici del passato, che l’arte rinascimentale italiana abbia un fascino inimitabile, dovrà ricredersi e scoprire che in realtà arte fiamminga e italiana erano il frutto di uno stesso linguaggio figurativo. La mostra che si inaugurerà il 10 ottobre e fino al 18 gennaio 2015 su Hans Memling alle Scuderie del Quirinale, mette in risalto l’importanza e la fama indiscutibile dell’artista belga, ma darà risalto anche a tutta l’arte del Nord Europa che faceva capo a Rogier van der Weyden e Jan Van Eyck.
La mostra ripercorre tutte le fasi artistiche di Hans Memling (1435-1494) dalle pale d’altare di grandi dimensioni, in cui dimostra notevoli capacità compositive, ai ritratti della ricchi mercanti europei che si contendevano le opere degli artisti per le occasioni ufficiali. Il Trittico Donne per il matrimonio di Carlo il Temerario o il Giudizio Universale per il banchiere fiorentino Angelo Tani, da cui il percorso espositivo di Roma prende inizio, danno l’idea di come il ceto in ascesa delle Fiandre facesse sfoggio di sè attraverso l’arte.
Memling, attivo a Bruges, centro propulsore dell’arte e già resa famosa dalle botteghe di Campin, Rogier Van der Weyden e Christus, trova qui, le opportunità per sviluppare gli insegnamenti dei maestri. Nella pala con la Madonna e il Bambino del Dittico Maarten van Nieuwenhove (1485), uno dei dipinti più prestigiosi di Memling, o nella Madonna con il Bambino e gli angeli (1485-90) il paesaggio che spesso fa anche da sfondo ai ritratti è perfezionato dal pittore, divenendo parte integrante della narrazione e del soggetto. Inoltre, il passo avanti compiuto da Memling rispetto ai suoi maestri è l’aver umanizzato ancor di più i soggetti dipinti, eliminando la rigida idealizzazione spirituale di Van der Weyden, a favore di una contemplazione sincera e semplificando il preziosismo e la smania per le pose di Van Eyck.
La mostra è un confronto implicito tra rinascenza fiamminga e quella italiana, sempre più apprezzata dalla critica del passato per la capacità degli artisti nostrani di trovare un equilibrio compositivo senza retorica. In realtà la mostra darà prova di quanto l’arte italiana abbia attinto dalla fiamminga per la tecnica del colore ad olio, per quella delle velature di colore e per l’impostazione di tre quarti per il ritratto; d’altra parte dimostrerà quanto i fiamminghi, a loro volta, abbiano imparato dal Rinascimento italiano a percepire la realtà più unitaria, senza il bisogno di una lente d’ingrandimento sui dettagli, a favore di un’atmosfera più raccolta.
Informazioni
Scuderie del Quirinale
Memling. Rinascimento fiammingo
10 ottobre 2014- 18 gennaio 2015
biglietti:
Intero € 12,00
Ridotto € 9,50
Ridotto 7-18 anni € 6
Ingresso gratuito fino ai 6 anni
Orari:
dalla domenica al giovedì dalle 10.00 alle 20.00 venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30 L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Come arrivare:
Con l’autobus
40-60-64-70-117-170-H
scendere alla fermata Nazionale/Quirinale
Con la metropolitana
metro A (fermata P.za della Repubblica)
metro B (fermata Cavour)
Dalla Stazione Termini
Piazza dei Cinquecento
recarsi alla fermata Termini (Ma-Mb-Fs)
Prendere la Linea 40 (P.za Pia/Castel S. Angelo)
per 2 fermate e scendere alla fermata Nazionale/Quirinale
Scuderie del Quirinale Memling
[blogo-gallery id=”126650″ photo=”1-12″ layout=”slider”]piedi per 100 metri fino alle Scuderie del Quirinale
Foto| Scuderie del Quirinale
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