Anche gli enti culturali ed artistici soffrono inesorabilmente la forte crisi italiana di consumi e liquidi. Da adesso infatti musei gratis solo l’ultima domenica del mese e in altre rarissime evenienze, come in occasione di San Valentino, in cui però paga un membro della coppia. Aboliti invece gli accessi gratuiti a musei e gallerie d’arte d’Italia durante la Settimana della Cultura ufficiale, appuntamento annuale che era in scena ad aprile, e anche in occasione della Festa della Donna.

Ad annunciarlo è Anna Maria Buzzi, direttrice generale del Mibac per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. La settimana della Cultura viene dunque cancellata a causa dei sempre più neri bilanci economici dei locali dell’arte e del patrimonio pubblico, perchè non si possono fare i saldi in piena stagione. La primavera è infatti il periodo dell’anno con il picco di visitatori più alto, e non è possibile più fare sconti a nessuno, o quasi. La Buzzi infatti aggiunge:

C’è la possibilità di reintrodurre il pagamento del biglietto per gli over 65, magari ridotto come succede in tutti i paesi europei, allungheremo invece ai 29 anni la riduzione dei giovani, a tutti gli effetti la fascia più debole.


E ancora :

La crisi c’è e si sente per la prima volta dal 2009 è stato registrato un calo di visitatori, nei primi nove mesi di dicembre, del 10,44 per cento. E a farne le spese sono le realtà minori.

Una notizia non di certo positiva, che però ci si aspettava dato il quadro generale dipinto dalla situazione dei beni culturali italiani, sempre più in allarme per il mancato supporto pubblico e statale. A farne le spese sono infatti le gallerie e i musei delle realtà più piccole, che molto probabilmente noteranno un calo ancora maggiore nel flusso delle visite, a causa della mancata sponsorizzazione. In compenso le autorità del Mibac hanno dichiarato che si impegneranno per garantire più aperture notturne, una richiesta a gran voce di molti appassionati d’arte e cultura.

Nel recente questionario Il museo che vorrei, le risposte più condivise sono state l’eccellenza, ovvero musei migliori, più efficienti, anche se c’è da pagare un biglietto; orari di apertura più flessibili, percorsi di visita di qualità e più disponibilità di materiali informativi.

La maggioranza assoluta delle risposte però è stata data da una sola parte dei cittadini, già abitué dell’ambiente, e nella maggior parte donne, secondo i risultati le più fedeli estimatrici di musei e spazi artistici; e in secondo luogo da giovani tra i 18 e i 30 anni. Il dato inquietante quindi, che mette ancora di più in allarme sul quadro generale della situazione museale del Paese (a parte certamente lo sviluppo di politiche culturali in Italia sempre più carente o assente) è la certezza statistica che metà della popolazione italiana ha un grado di partecipazione al tema artistico-culturale pari a zero. Contribuirà la totale mancanza di nuove promozioni all’accesso dei musei a ridurre ancora di più l’interesse dei cittadini italiani all’arte?

Solo in Bulgaria e in Romania si registrano dati così inquietanti. E forse un sondaggio dovrebbe interrogarsi anche su come coinvolgere quel pezzo di Italia. Fino a che la cultura non diventa una vera priorità sarà difficile che acquisisca un maggiore peso politico. Esistono fasce di popolazione con reddito e istruzione minori ed è lì che bisogna guadagnare interesse.

Via | Il Messaggero

Foto | Getty Images

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ultimo aggiornamento: 02-02-2013