Un nuovo quanto interessante progetto è stato lanciato dall’Istituto di ricerca del museo Getty di Los Angeles per cercare di recuperare tutte quelle opere d’arte rubate dai nazisti nel periodo tra il 1930 e il 1945. Nasce dunque una accuratissima banca dati che vuole monitorare atravverso gli archivi storici e i nuovi strumenti digitali tutte le vendite d’arte ufficiali e meno delle tre decadi di dittatura in questione.

Il materiale di ricerca è vastissimo, sono più di duecentocinquantamila i dati delle vendite provenienti da altrettanti duemila cataloghi d’asta tedeschi. I casi di mancate restituzioni di opere d’arte e tesori artistici ai legittimi eredi, nella maggior parte figli e nipoti di vittime ebree della Shoah, sono infiniti e molto discussi.

Tra le scartoffie da scandagliare e catalogare per cercare di recuperare l’arte depredata dai nazisti, spesso rientrano anche appunti scritti frettolosamente a mano, completi però di tutti i prezzi di vendita e i nomi degli acquirenti. Tutti questi informi, davvero preziosi per ritrovare alcuni capolavori persi o meglio dispersi tra le ricchezza accumulate e nascoste dai nazisti, sono adesso accessibili sull’archivio Getty Provenance Index®, ovvero traducendo letteralmente l’indice delle provenienze del Getty, che racchiude la bellezza di 1,5 milioni di dati.

Il progetto di ricerca è stato fortemente voluto e convenzionato dal National Endowment for the Humanities e dal Deutsche Forschungsgemeinschaft , due istituti pubblici e statali, che vedono nascere un nuovo asso di collaborazione per la ricerca delle opere perdute, ovvero gli Stati Uniti e la Germania.

Inoltre la Fondazione Volkswagen, l’Istituto di ricerca del Getty e l’Università di Amburgo lavorano da mesi unendo le forze a due workshop e conferenze che vogliono andare a fondo proprio di questa affascinante quanto oscura tematica. I dibattiti si terranno dai ricercatori e dagli addetti al settore dal 23 al 26 settembre 2013 a Los Angeles e dal 6 al 9 ottobre 2014 ad Amburgo. Questo nuovo e moderno strumento elaborato dal Getty può rivelarsi decisivo per carpire preziose informazioni sulle opere d’arte rubate e vendute nel periodo del regime nazista, cercando di tracciarne il tragitto e la destinazione finale.

Ma è questo un tema attuale? Certamente, questi capolavori non sono dispersi nei meandri del tempo, spesso al contrario sono proprio nascosti in luoghi convenzionali. Proprio in questi giorni infatti il noto giornale tedesco Der Spiegel ha dichiarato che nei polverosi magazzini dei musei tedeschi ci sono tantissime opere d’arte trafugate al tempo di Hitler, moltissimi capolavori di valore depredati dai Nazisti e mai restituiti alle famiglie. Solo nella Pinakothek der Moderne di Monaco è stato ritrovato per casualità, un orologio iconico donato da Hitler alla sua amata Eva Braun per il compleanno, sicuramente non pagato dal Führer, ma più certamente privato ingiustamente dai tesori artistici di qualche vittima del Terzo Reich.

Via | Il sole24ore

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ultimo aggiornamento: 30-01-2013