Il 2022 è stato un anno non particolarmente florido per il settore vinicolo.

Come si legge nel report diffuso lo scorso gennaio dall’Osservatorio del vino UIV (Unione Italiana Vini), “il saldo 2022 delle vendite in grande distribuzione chiude in passivo sia sul fronte volumico (-6%, a 7,7 milioni di ettolitri), sia su quello dei valori (-2%, a 2,9 miliardi di euro)”. Il dato è frutto di una contrazione dei consumi, che ha riguardato sia i vini fermi (668, 2 milioni di litri, quasi 50 milioni di litri in meno rispetto all’anno precedente) sia la categoria formata da Champagne e spumanti (103 milioni di litri, contro i 105,9 milioni del 2021).

vigna vino tenuta

Si ferma la crescita dell’e-commerce ma calano i prezzi online

Il biennio 2020-2021 è stato estremamente positivo per l’e-commerce del vino, a differenza dello scorso anno; come sottolinea il report dell’Osservatorio, “dopo aver sperimentato un vero e proprio boom delle vendite nel 2020 (da 2,6 a 8 milioni di litri) e un’ulteriore crescita nel 2021 (9 milioni), il segmento pare destinato ad assestarsi sui livelli dell’anno pandemico”. Le restrizioni imposte dal governo per contenere l’emergenza sanitaria hanno rappresentato il volano della crescita delle vendite online di vino, spingendo milioni di consumatori a rivolgersi a shop digitali specializzati come, ad esempio, l’enoteca online Vinebrio.

Nel 2022 c’è stata una parziale inversione di tendenza, con un calo di vendite (per litri) che riguardato sia i vini fermi (oltre un milione di litri in meno) sia il segmento sparkling (passato da 1,9 a 1,6 milioni di litri venduti online). Rispetto al 2021, il canale digitale ha affrontato una significativa contrazione, sia in volume (-14,8%) sia in valore (-22,9%); al contempo, rispetto ai retailer fisici, l’e-commerce ha visto un calo medio dei prezzi. Mentre l’inflazione si è fatta sentire sugli scaffali di discount e supermercati, i prezzi medi del vino online sono calati del 9,5% (mentre il dato complessivo segna un +4,7%). La possibilità di risparmiare, che da sempre rappresenta uno dei principali fattori di acquisto, potrebbe alimentare una ripresa delle vendite tramite il canale digitale.

I fattori all’origine del calo

A frenare la ripresa del settore del vino hanno concorso diversi fattori, a cominciare dalla “fiammata inflazionistica” che ha contraddistinto l’ultimo trimestre del 2022. L’aumento dell’inflazione (+7% di media) ha sortito effetti contrastanti; da un lato, ha contribuito a ridurre le perdite in valore ma, dall’altro, ha fatto lievitare i prezzi “spingendo i listini su livelli record (3,64 euro/litro di media per i fermi e 7,42 per gli sparkling)”, come sottolinea il report dell’Osservatorio. Ciò ha frenato i consumi, fungendo da deterrente all’acquisto da parte dei consumatori; lo Champagne, ad esempio, anche complice una carenza di prodotto a livello globale, a Natale ha chiuso con un saldo molto negativo (-30%).

I dati per categoria di prodotto

L’analisi dell’Osservatorio prende in esame anche i singoli segmenti merceologici del mercato vinicolo italiano.

Detto dello Champagne, per quanto riguarda la categoria ‘sparkling’, i riscontri migliori arrivano dagli Charmat non Proseccostravenduti al discount (+22% annuo e +8% nel computo globale natalizio) grazie a un mix di prezzo mantenuto pressoché inalterato sulla soglia dei 4,50 euro per litro”. Il dato peggiore, invece, è quello degli spumanti dolci: -11,2% in volume e -3,3% in valore, a fronte di un aumento medio dei prezzi che sfiora il 9%.

Più variegato lo scenario offerto dal mercato dei vini fermi, suddivisi in bianchi, rossi e rosati. Ciascuna categoria ha vissuto un netto aumento dei prezzi (bianchi +4,4%, rossi + 5,2%, rosati 7,2%) ma solo i vini bianchi e rossi fanno registrare una contrazione sia in valore che in volume. I rosati, invece, calano in volume (-3,7%) ma crescono in valore (+3,3%).

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ultimo aggiornamento: 04-05-2023