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Perché il foglietto illustrativo dei medicinali si chiama bugiardino?
Bugiardino: perché il foglietto illustrativo dei medicinali in Italia è conosciuto con questo curioso nome.
Tutti noi, purtroppo, abbiamo dovuto durante le nostre vite avere a che fare con dei medicinali. A volte i farmaci vengono prescritti dai medici, che ci aiutano nel dosaggio e nel comprendere le modalità di assunzione del medicinale in questione. Altre volte, per problemi comuni o poco gravi, ci affidiamo al consiglio dei farmacisti, scegliendo dei semplicissimi farmaci da banco e imparando a conoscerli anche tramite il bugiardino, ossia il foglietto illustrativo. Ma ti sei mai chiesto perché quest’ultimo viene comunemente chiamato con un termine non proprio rassicurante? Proviamo a scoprire l’origine di un nome curioso che cela una storia decisamente singolare.
- Origini: La ricostruzione più comunemente accettata del termine ci riporta all’utilizzo che in certe zone della Toscana, in particolare nella zona senese, si fa del termine “bugiardo”, utilizzato come un nome comune, a indicare la locandina che un tempo era esposta fuori dalle edicole per richiamare l’attenzione dei clienti. Considerando che le dimensioni del foglietto illustrativo sono sicuramente più piccole di quelle della locandina, si sarebbe arrivati al “bugiardino” che tutti noi conosciamo.
- Quando si usa: bugiardino è un termine utilizzato per indicare comunemente il foglietto illustrativo, ma il suo si è allargato negli ultimi tempi fino a indicare anche il contenuto della quarta di copertina di un libro o i dépliant di alberghi e altre attività turistiche.
Cosa significa il termine bugiardino
Tutti sanno che all’interno delle confezioni dei farmaci e di altri prodotti sono presenti dei foglietti di carta piegati su se stessi, sui quali sono riportate le informazioni relative al prodotto. Questi foglietti, noti come “bugiardini”, sono diventati un elemento fondamentale per garantire la sicurezza e l’efficacia dei prodotti. Ma da dove viene questo curioso nome? Si tratta di un termine che non sembra avere alcuna attinenza con il contenuto del foglietto stesso.
A venirci in soccorso è l’Accademia della Crusca, che ha provato a ricostruire l’etimologia di un termine diventato di uso comune ma sulle cui origini esistono diverse teorie. La parola sicuramente deriva, semanticamente e morfologicamente, dall’aggettivo “bugiardo”, con l’aggiunta del suffisso “-ino”, per indicare un diminutivo che si riferisce alle dimensioni, ma che si carica anche di un significato ironico.
A proposito del significato, va sottolineato come il “bugiardino” si riferisca soprattutto alle “istruzioni per l’uso” dei medicinali, ma ormai sia esteso anche ad indicare oggetti diversi, come il testo della quarta di copertina di un libro, o il dépliant di un albergo. Quale che sia l’oggetto cui si fa riferimento, è innegabile che il termine voglia porre l’attenzione su alcune prerogative tipiche di un “bugiardino”. In particolare sul fatto di toccare vagamente, o addirittura sorvolare, le cose negative, o gli effetti indesiderati.
Le “bugie” dei bugiardini
Nello specifico, negli anni del boom della farmacologia capitava spesso di ritrovarsi foglietti illustrativi in cui si faceva solo un accenno degli effetti collaterali. Non erano vere bugie, quanto omissioni che potevano però rivelarsi anche importanti. Una prassi che negli ultimi anni, in ambito medico, si è attenuata, o meglio è scomparsa del tutto grazie ad alcune restrizioni legislative. Il nome però è rimasto nell’uso comune, soprattutto per una mancanza di chiarezza che permane anche negli attuali foglietti illustrativi.
Stesso discorso per ogni altro oggetto che assume questo nome, come le quarte di copertina, che non mettono certo in luce i difetti di un libro. O ancora per i dépliant di un albergo, che nascondono gli eventuali punti deboli di una struttura.