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Perché si dice povero in canna? L’origine potrebbe essere biblica
Povero in canna: significato e origine di uno dei modi di dire più diffusi in tutta Italia, probabilmente di provenienza biblica.
Se non hai un euro, sei “povero in canna”. Quante volte per parlare delle nostre difficoltà economiche ci siamo descritti in questo modo, utilizzando questa locuzione? Si tratta di un modo di dire molto diffuso e che ha un significato facilmente intuibile. Indica una condizione di estrema povertà, e la sua provenienza potrebbe essere addirittura legata alla Bibbia.
- Origini: Secondo alcune ricostruzioni l’origine potrebbe essere biblica, ma non è da escludere un collegamento con il significato di canna come cosa “fragile, debole, inconsistente e arrendevole”.
- Quando si usa: L’espressione viene utilizzata in tutta l’Italia per indicare uno stato di estrema indigenza.
Modi di dire: povero in canna
Essendo un’espressione molto comune, il significato di “povero in canna” è ampiamente intuibile e comprensibile anche per chi non l’ha mai utilizzata.
Viene utilizzato solitamente, anche con accezione ironica o con intento denigratorio, per indicare non uno stato di difficoltà economica momentaneo, quanto piuttosto un periodo di totale dissesto. Chi è “povero in canna” non è solo povero, ma poverissimo, o almeno vuole far credere questo alle altre persone. Ed è per questo che si utilizza, metaforicamente, il termine “canna”, dalla storia decisamente intricata.
La canna simbolo di povertà
Più interessante del significato è la ricostruzione dell’origine di un modo di dire così diffuso. Secondo alcuni, l’immagine rimanderebbe alle persone miserabili che, sia in antichità che in epoca pre-moderna, camminavano per le vie delle città facendo l’elemosina e appoggiandosi a un bastone di canna. Qualcun altro, come Giuseppe Manuzzi, ha invece ipotizzato un’identificazione analogica tra la povertà di un individuo e quella della canna, che è naturalmente vuota.
Una delle ricostruzioni più accreditate è però quella che riguarda al dettato biblico. Bisogna infatti considerare che anche nel Vangelo di Matteo viene ricordato come Gesù Cristo, oltre ad essere denudato e vilipeso con la corona di spine, venne “omaggiato” anche con un particolare scettro: una canna, appunto. Da questa descrizione biblica la canna sarebbe diventata simbolo, nell’immaginario popolare, di assoluta povertà.
Tuttavia, non va sottovalutata anche il semplice, e forse più immediato, legame tra il significato stesso della parola “canna”, che semanticamente si collega con l’idea di “fragilità, esilità, arrendevolezza“, e il suo utilizzo in questa espressione popolare che vuole indicare uno stato di povertà. Espressione che, tra l’altro, è stata attestata per la prima volta nell’italiano scritto all’interno di una novella dell’autore fiorentino Franco Sacchetti, nel Quattordicesimo secolo.