
Employees of Christie's auction house stand by the Picasso painting titled "Les Femmes d'Algers" in Hong Kong on April 1, 2015. The painting was shown ahead of its May 11, 2015 sale in to be held in New York which could see it fetch the world record for any work of art ever sold at auction. AFP PHOTO / Philippe Lopez (Photo credit should read PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images)
E’ stato venduto la scorsa settimana ad una cifra esorbitante: 179,4 milioni di dollari. E’ la cifra sborsata all’asta di New York per “Donne di Algeri (versione 0)” dell’artista spagnolo Pablo Picasso.
La notizia, questa volta, è un’altra. Una notizia che a sentirla sembrerebbe provenire da un’altra epoca, quando la Chiesa imponeva agli artisti di “censurare” quadri e sculture di nudi con escamotage artistici, come veli scolpiti a forma di mutandoni o ritocchi su tela. Oggi, nell’epoca del digitale, si dà una mano di pixel e via.
E’ così che è stata data la notizia sull’emittente statunitense Fox 5, durante un telegiornale della sera che riferiva della vendita record delle Donne di Algeri: le nudità della tela non sono state viste di buon occhio dalla redazione che ha così mandato in onda la news con sull’asta record con l’immagine della donna con i seni e capezzoli offuscati.
In barba ad ogni concetto di nudo artistico, i giornalisti hanno rimediato con questa pixelatura oscena, rovinando l’immagine della tela. Una mente “sessualmente malata”, così ha sottolineato il critico d’arte newyorchese Jerry Saltz alla notizia della censura. Un portavoce di Fox 5 ha poi commentato il fatto spiegando che la mattina successiva al telegiornale, i colleghi giornalisti della trasmissione Good Day New York hanno ampiamente scherzato sul fatto definendo l’offuscamento “ridicolo” e “folle”.
Chissà se gli stessi criteri verranno applicati anche davanti a immagini contenenti nudi – veri – o scene di violenza. Ne dubitiamo fortemente.