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Quando i graffiti entrarono in chiesa
Raul Sanchez Araque, aka House, un artista dei graffiti alle prese con gli affreschi del soffitto di una chiesa in Catalogna.

Per molti secoli l’arte ha girato attorno a un edificio, la chiesa. I più meritevoli pittori locali venivano chiamati ad impreziosire con le loro pale, le loro miniature e le loro tele, gli ambienti di questo luogo di preghiera e magari i cicli di affreschi più importanti erano affidati ad artisti più meritevoli provenienti da tutta Italia.
Ed oggi? L’arte contemporanea è tenuta a debita distanza ed al limite sono le chiese sconsacrate a divenire “location” per eventi. Per fortuna però esistono delle eccezioni a questa regola, come il lavoro di Eron presso la Chiesa di San Martino in Riparotta a Rimini. Piccoli segnali di un cambiamento di mentalità ad oggi appena cominciato, per cui un muralista o un graffitaro non sono percepiti unicamente come dei vandali o dei rivoltosi, ma come delle persone capaci di portare e ricreare il bello.
Ci fa piacere così segnalarvi che un graffiti artist come lo spagnolo Raul Sanchez Araque, aka House, abbia aggiunto al suo portfolio fatto di pareti e treni anche la cupola di una chiesa. Raul si è visto contattare qualche tempo fa da Padre Ramon Borr, il sacerdote della chiesa di Santa Eulalia a Hospitalet, in Catalogna.
House ha accolto subito positivamente la proposta del prete, dimostrando quanto un artista cresciuto nella strada si adatti a molteplici situazioni cercando di affrontae ogni sfida. Prima di imbracciare le bombolette si è fermato così a studiare insieme all’amico Rudi un nuovo stile neo-romanico (staticità bidimensionale) da realizzare con gli spray.
Negli ultimi girni, grazie all’interessamento del giornalista della BBC Gerry Hadden, la storia ha fatto il giro del mondo.
