Cosa c’entra il design con tutto questo? Poco, potreste dire. E invece no. Perché da sempre la progettazione non serve solo a dare una nuova forma agli oggetti che ci circondano, ma anche a indirizzare i comportamenti impliciti che questi oggetti portano con sé.

Con questa consapevolezza, il contest “JTI Clean City Lab“, promosso per il terzo anno consecutivo da Japan Tobacco International con il coinvolgimento di Future Concept Lab, ha lanciato una call tra quattro scuole internazionali di design con l’obiettivo di coinvolgerne gli studenti nell’individuazione di sistemi innovativi dedicati ai fumatori.

L’obiettivo, insomma, era quello di dare spazio alle idee dei giovani designer, lasciandoli liberi di esprimere la propria visione creativa e rivitalizzare così il concetto di smoking area: un luogo (o piuttosto dovremmo dire non luogo, per come l’abbiamo sempre percepito?) non necessariamente triste e grigio, ma che anzi può essere ripensato in un’ottica di maggiore sostenibilità sociale e ambientale.
JTI Clean City Lab 2013 - gli studenti dello IED Madrid


JTI Clean City Lab, gli scatti del workshop
JTI Clean City Lab 2013 allo IED Madrid
JTI Clean City Lab 2013, un modellino

Per sapere qualcosa di più del brain-storming in corso, siamo volati a Madrid in compagnia di JTI, che ringraziamo per l’invito, a scoprire in anteprima una selezione dei lavori presentati da quattro studenti dello IED di Madrid, coinvolto nel concorso insieme al Politecnico di Milano, alla South Bank University di Londra e alla HEAD di Ginevra.

Cosa abbiamo scoperto di interessante? Che ancora una volta l’etnografia si rivela un’alleata preziosissima per avere intuizioni risolutive rispetto al problem solving che siamo chiamati ad affrontare. Tutti gli studenti, infatti, hanno avviato il loro lavoro con una pratica di osservazione partecipata – il fumo passivo dà noia anche all’aperto? dove si concentrano le cicche per terra? chiedere in prestito un accendino serve ancora per rimorchiare? etc. etc.– elaborando ciascuno un’interpretazione personalissima dei dati raccolti. In cui il design ha un ruolo sempre diverso: a volte è uno strumento per trovare nuove soluzioni pratiche, altre volte può rafforzare il senso di comunità, in altre occasioni ci aiuta a visualizzare le informazioni che raccogliamo, sensibilizzandoci rispetto ai problemi che questi dati evidenziano.

Non possiamo ancora, al momento, parlarvi dei progetti selezionati, attualmente “in attesa di giudizio” da parte della giuria composta da Aldo Cibic, il designer Makio Hasuike, il direttore di Elle Decor Livia Peraldo, il Presidente di Future Concept Lab Francesco Morace e il Presidente e Amministratore Delegato di JT International Italia PierCarlo Alessiani. C’è ancora un po’ da aspettare: l’appuntamento, infatti, non può che avere luogo nei giorni del Salone del Mobile di Milano. Sarà proprio nel tempio per eccellenza del design milanese, la Triennale, che i lavori delle quattro scuole saranno esposti con un allestimento curato da Vicente Garcia Jimenez. Quanto ai nomi dei progetti vincitori, poi, dovremo aspettare l’11 aprile, quando al Teatro Agorà verrà celebrata l’incoronazione ufficiale dei tre progetti sul podio.

JTI Clean City Lab, gli scatti del workshop

JTI Clean City Lab, gli scatti del workshop
JTI Clean City Lab 2013, visualizzazione dati
JTI Clean City Lab, gli scatti del workshop
IED Madrid

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ultimo aggiornamento: 27-03-2013