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Di Giovanni Boldini (Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931) il fotografo e costumista britannico Cecil Beaton ebbe a dire: “Per quanto superficiale e pieno di lenocini divenisse il suo lavoro, Boldini fu capace di trasmettere nello spettatore la gioia ispiratagli dalle assurdità che ritraeva. Anche il più insopportabile dei suoi ritratti rivela un immenso divertimento».

Amato e discusso, il pittore ferrarese trasferito a Parigi ha interpretato più di tutti il significato della vita moderna. A Forlì, alla mostra Boldini. Lo spettacolo della modernità (che si chiude il prossimo 14 giugno), promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio di Forlì, in collaborazione con il museo San Domenico e il Comune di Forlì, sono state esposte 250 opere che ripercorrono l’intero tratto della sua storia figurativa. E per la prima volta si possono vedere anche due capolavori provenienti dal museo d’Orsay mai prestati in Italia così come i grandi capolavori di Filadelfia.

Afferma Gianfranco Brunelli, direttore della mostra e coordinatore del comitato scientifico:

[quote layout=”big”]Questa mostra si caratterizza per un’indagine che va un po’ fuori rispetto alle tradizionali indagini dedicate a Boldini. Boldini non è un pittore facile, di facili donne, ma è stato un innovatore nella storia della pittura, soprattutto nel secondo 800, e alla fine la riproposizione di un genere classico come quello del ritratto.[/quote]

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ultimo aggiornamento: 11-06-2015